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June 9, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 9 Giugno 2025

INTRODUZIONE

La settimana passata si è contraddistinta per un clima di cauta osservazione da parte degli operatori, che hanno concentrato l’attenzione sulle decisioni delle banche centrali e sugli aggiornamenti dei dati macroeconomici, in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti. Fin dai primi giorni, le aspettative per la riunione della Banca Centrale Europea (BCE) e per i dati sul mercato del lavoro statunitense (in primis i Non-Farm Payrolls) hanno influenzato il sentiment di mercato.

Due quindi i temi principali che hanno guidato l’andamento dei mercati. Da un lato, la BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base – una mossa ampiamente anticipata, giustificata dal calo dell’inflazione al 1,9% – mossa accompagnata tuttavia da una comunicazione “hawkish” della Lagarde che non si espone ad ulteriori tagli. Dall’altro lato, la Federal Reserve ha confermato un atteggiamento più cauto: dai verbali FOMC e dai segnali lanciati da Powell emerge una linea ancora improntata alla prudenza, in attesa di segnali più chiari su inflazione e occupazione.

Proprio in quest’ottica, i Non-Farm Payrolls di maggio hanno offerto spunti importanti: la creazione di 139.000 nuovi posti di lavoro ha battuto le attese (125.000), mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,2%. I salari orari sono cresciuti del 3,9% a/a, segnalando una certa resilienza nei redditi. Tuttavia, il quadro è stato in parte ridimensionato dalle revisioni negative dei mesi precedenti.

La divergenza tra BCE e Fed ha inciso in modo netto sull’andamento del mercato valutario, dove l’EUR/USD si e’ avvicinato a 1,15, mentre il Dollar Index è sceso verso area 98,50, livelli visti l’ultima volta nell’aprile 2022. La narrativa di debolezza del dollaro resta intatta: stretto in un “tiro alla fune” tra dati macro contrastanti e incertezze politiche.

Sul fronte geopolitico e commerciale, le incertezze continuano infatti a pesare. Negli USA, l’introduzione di nuovi dazi su acciaio e alluminio UE e il raffreddamento dei colloqui con la Cina riportano in primo piano le frizioni internazionali. Trump ha rilanciato pressioni sulla Fed per un taglio dei tassi. In parallelo, la debolezza strutturale della domanda interna cinese solleva il rischio di nuove pressioni deflazionistiche. In questo quadro privo di una narrativa dominante, la volatilità rimane l’unico comune denominatore.

STATI UNITI

  • Non-Farm Payrolls: +139.000 posti (vs attese 125.000)

  • Revisioni negative per i due mesi precedenti: -95.000

  • JOLTS 7,39M vs 7.1M

  • Tasso di disoccupazione: stabile al 4,2%

  • Salari orari medi: +3,9% a/a

  • ISM servizi: 49,9 → prima contrazione dal 2024

  • ISM manifatturiero: 48,5 → sotto le attese (49,3)

  • Richieste settimanali di sussidi: 247.000, in aumento di 8.000 unità

  • Verbali FOMC: inflazione ancora “elevata”, outlook più incerto

  • Fed attesa in modalità “wait-and-see”; resta improbabile un taglio a giugno

EUROZONA

  • Taglio tassi BCE: -25 bps → depositi al 2,00%, rifinanziamento al 2,15%, tasso marginale al 2,40%

  • Decisione quasi unanime; solo un voto contrario nel Consiglio

  • Comunicazione hawkish post-taglio → possibile pausa a luglio, nuovo taglio probabile solo in autunno

  • Inflazione headline: 1,9% a maggio (da 2,2% ad aprile) → sotto target per la prima volta da settembre 2024

  • Core inflation: in calo, guidata dalla discesa dei servizi

  • Tasso di disoccupazione: stabile al 6,2%

  • PMI manifatturiero: in rialzo a 49,4 → massimo da agosto 2022

  • Vendite al dettaglio Italia: +0,7% m/m, +3,7% a/a

CONCLUSIONI

La settimana ha messo in evidenza uno scenario macro e politico sempre più disallineato. Le due principali banche centrali mondiali stanno seguendo strade divergenti: da un lato, la BCE che ha continuato con il ciclo di tagli; dall’altro, la Fed sembra prendere ancora tempo, zavorrata da un’inflazione ancora persistente e da un mercato del lavoro che rimane stabile.

Nel frattempo, le incertezze geopolitiche e commerciali – tra dazi USA-UE, colloqui raffreddati con la Cina e segnali di fragilità dalla domanda asiatica – mantengono alta la pressione sui mercati.

In attesa della riunione della FED della prossima settimana, questa settimana si presenta abbastanza scarna di dati in uscita. Saranno da osservare principalmente i dati sull’inflazione negli Stati Uniti, il PIL nel Regno Unito.

Calendario Economico: