Italy: La settimana nei mercati - 9 Dicembre

INTRODUZIONE
La settimana appena conclusa ha riportato in primo piano le fragilità delle principali economie avanzate, con i mercati che hanno reagito a una nuova serie di dati macro generalmente deboli e a un quadro geopolitico ancora incerto.
Negli Stati Uniti, i segnali di rallentamento dell’economia hanno continuato ad accumularsi, alimentando l’idea che la Federal Reserve possa fare un taglio da 25bps nella riunione di Mercoledí. Il dollaro ha alternato fasi di recupero a momenti di marcata debolezza per stabilizzarsi in area 1,1650 contro euro in attesa della FED.
In Europa, i dati preliminari sull’inflazione hanno mostrato una dinamica ancora in linea con il target, ma con un evidente contrasto tra Paesi core e periferia con la Germania che rimane il punto debole dell’area. Il sentiment complessivo resta fragile, ma la BCE continua a mantenere un atteggiamento prudente, limitandosi a sottolineare che le attuali condizioni non giustificano al momento cambi di rotta significativi sulla politica monetaria.
Nel Regno Unito, la sterlina ha beneficiato di un breve miglioramento del sentiment dopo le modifche fiscali annunciate nel nuovo budget, ma il quadro economico rimane incerto: consumi altalenanti, inflazione ancora sopra il target e un’economia ancora debole.
Torna a pesare anche il conflitto tra Russia e Ucraina. Secondo fonti statunitensi e europee, gli ultimi colloqui tra Washington e Kiev non hanno prodotto progressi significativi, con Zelensky che ha respinto ogni ipotesi di concessione territoriale proposta nel piano di pace rivisto da Trump. Allo stesso tempo, Mosca continua a porre condizioni irrealistiche per un cessate il fuoco, rendendo difficile immaginare un rapido allentamento delle tensioni. La prospettiva di un negoziato resta dunque remota e il rischio geopolitico continua a rappresentare un fattore di rischio.
La settimana che si apre sarà cruciale, soprattutto sul fronte valutario: negli Stati Uniti, oltre ai dati sul mercato del lavoro, si riunisce la Fed il 10 Dicembre.
STATI UNITI
Occupazione: il report ADP ha mostrato una contrazione dell’occupazione privata, con un calo di 32.000 unità, segnalando un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro.
Sussidi di disoccupazione: le nuove richieste sono aumentate a 191.000, leggermente sotto le attese.
Settore manifatturiero: l’indice ISM è sceso a 48,2, confermando una fase di contrazione dell’attività industriale.
Servizi: l’indice S&P Global PMI composito servizi è sceso a 54,2.
Politica monetaria: i mercati futures indicano una possibilitá del 90% di un taglio dei tassi. Fed rimane comunque divisa sulla scelta.
EUROZONA
PMI manifatturiero in leggero calo e sotto le attese a 49,6.
Inflazione (dato provvisorio di Novembre) in leggero aumento al 2,2%
Vendite al dettaglio ferme – crescita allo 0%.
Germania
Indice dei direttori degli acquisti ancora in calo al 48,2. Indice di una continua debolezza della manifattura tedesca. Meglio i servizi in crescita.
Italia
Contrariamente alla Germania cresce l’indice dei direttori degli acquisti sia nel manifatturiero che nei servizi.
Scende leggermente, al 6%, il tasso di disoccupazione.
In leggero aumento allo 0,5% le vendite al dettaglio.
REGNO UNITO
PMI in crescita sia nel manifatturerio che nei servizi: sopra quota 50.
La sterlina ha guadagnato terreno contro l’euro, pur rimanendo in un contesto di vulnerabilità.
Le prospettive di crescita rimangono deboli e la Bank of England continua a segnalare cautela sulle prossime mosse.
ASIA & OCEANIA
Giappone
Il governatore Ueda ha ribadito che la BoJ è pronta ad adeguare la politica monetaria se l’inflazione e la crescita confermeranno la traiettoria prevista.
I rendimenti obbligazionari domestici continuano a salire, aumentando la volatilità dello yen che si porta in area 182 contro l’euro.
India
La Reserve Bank of India ha ridotto il tasso repo di 25 punti base portandola al 5,25%, come ampiamente previsto.
Il taglio riflette il rallentamento dell’attività economica e la volontà di sostenere il credito, in un contesto di inflazione che resta gestibile entro il target previsto salla banca centrale.
CONCLUSIONI
Il quadro generale che emerge è quello di un sistema economico globale in cui i segnali di rallentamento si stanno facendo più nitidi, mentre la politica monetaria rimane sospesa tra l’esigenza di sostenere la crescita e il timore di un’inflazione non ancora del tutto domata. Negli Stati Uniti, un mercato del lavoro ed un economia che mostrano rallentamento potrebbero confermare la necessità di un intervento della Federal Reserve nella giornata del 10 Dicembre. Nella stessa giornata si riunirá anche la Bank of Canada, ma non ci si aspetta nessuna mossa. Nessun cambiamento atteso dalle riunioni delle bance centrali della Svizzera, dell’Australia e del Brasile.
In Europa, l’eterogeneità dei dati continua a complicare la lettura del quadro macro e la BCE continua a mantenere un atteggiamento di prudenza. Nel Regno Unito, la politica fiscale non basterebbe per mascherare le fragilità dell’economia, mentre in Asia l’attenzione resta concentrata sul possibile rialzo dei tassi della BoJ.
Sul fronte geopolitico, la prospettiva di un negoziato tra Russia e Ucraina rimane lontana: le recenti dichiarazioni da Washington e Kiev mostrano una distanza ancora ampia, rendendo il rischio politico un elemento che continuerà ad accompagnare i mercati nelle prossime settimane.
In un contesto dominato da incertezze macro e fragilità geopolitiche, la volatilità resta destinata a rimanere un elemento strutturale del mercato.
