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November 4, 2024Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 4 Novembre 2024

La scorsa settimana abbiamo visto la pubblicazione di diversi dati macroeconomici importanti, sia in area Euro che in area USD, nonché la riunione della Bank of Japan che giovedì ha deciso di lasciare i tassi inalterati.

Iniziando dagli Stati Uniti, dove attesissimo è ovviamente il risultato delle elezioni di domani, la scorsa settimana i dati sono stati deludenti sia rispetto al PIL che sui dati non-farm payroll, che hanno evidenziato un aumento degli impiegati non agricoli (che rappresenta circa l’80% dei lavoratori) di un bassissimo 12k. Nonostante il dato sia stato di molto inferiore alle aspettative (106k) e al dato precedente (223k), il dollaro ha visto un indebolimento relativamente contenuto, riuscendo a rimanere in area 1.09 e ritracciando velocemente verso la parte bassa dell’1.08.

In Europa segnaliamo la scorsa settimana il dato sull’inflazione, in aumento rispetto alle attese al 2.00% su base annua.

Dall’Asia la BoJ ha mantenuto all'unanimità i tassi fermi allo 0,25% durante la riunione di Ottobre, al livello più alto dal 2008 e in linea con le stime di mercato ma lasciando intuire che nel prossimo futuro i tassi potrebbero essere ulteriormente alzati dato che non viene gradito un JPY troppo debole. La decisione di giovedì si colloca in un quadro politico mutevole dopo le elezioni in Giappone in cui il governo ha perso la maggioranza in parlamento e prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Buone notizie per l’economia cinese dal momento che il PMI manifatturiero (NBS, di fonte governativa) di Settembre è salito a 50,1 ad Ottobre rispetto al 49,8 di Settembre, rispetto alle previsioni di mercato di 50,0. È stato il primo aumento dell'attività manifatturiera da Aprile, con una crescita della produzione che ha raggiunto il punto massimo degli ultimi sei mesi mentre i nuovi ordini si sono stabilizzati.

Sul fronte commodities rimarchiamo il contesto perfetto per la crescita del prezzo dell’oro che ha generato un’ulteriore salita delle quotazioni, le quali ormai lambiscono l’area 2,800 usd/oz, massimo storico assoluto e valore che ormai anche gli analisti più scettici cominciano a non considerare più come il target finale di questo movimento che ha dell’incredibile.

Per questa settimana abbiamo in calendario diversi elementi interessanti, in primis l’esito delle elezioni negli Stati Uniti. Sul fronte banche centrali avremo il meeting della Reserve Bank of Australia il 4 novembre, Bank of England e Federal Reserve americana entrambe il 7 novembre. In Europa invece avremo il dato su inflazione PPI e vendite al dettaglio, dagli Stati Uniti interessante valutare le richieste iniziali di disoccupazione in calendario per giovedi.

Fronte elezioni, gli ultimi dati evidenziato un testa a testa con un quadro molto incerto che probabilmente non terminerà nella giornata di martedi: si prevono infatti contestazioni sopratutto in caso di sconfitta di Trump.

Europa:

In area Euro la scena è stata dominata dai dati sull’inflazione pubblicati giovedì 31, che hanno registrato un aumento oltre alle attese degli analisti ( 2.00% su base annua contro l’1.90% atteso); in realtà il mercato non è stato sorpreso più di tanto, in quanto mercoledì avevamo avuto la pubblicazione dell’analogo dato ma riferito alle sole economie tedesca e spagnola e in entrambi i casi il dato era risoltato superiore alle attese.

Inoltre c’è da osservare che anche la BCE aveva in qualche modo avvertito nell’ultimo meeting che ad ottobre i dati sull’jnflazione sarebbero stati probabilmente più elevati delle attese. Questo ha portato all’inasprimento di un fenomeno che sta andando avanti da diverse settimane, cioè la salita dei rendimenti (il bund tedesco ha superato giovedì il 2.40%, valore che non si vedeva dal luglio scorso); ricordiamo a tal proposito che M.me Lagarde ha più volte ribadito che il sentiero di taglio dei tassi non è predeterminato, ma che sarà data dependent,per cui sta cominciando a serpeggiare tra gli investitori l’idea che la normalizzazione della politica monetaria sarà più lunga di quanto previsto.

Per quanto riguarda il PIL analizzando l’Eurozona nel suo complesso si è evidenziata una crescita superiore alle attese sia su base annuale, 0,9% rispetto allo 0,8% atteso dai mercati, sia su base trimestrale, attestandosi allo 0,4% rispetto allo 0,2% previsto dagali analisti.

Stati Uniti:

La scorsa settimana è stata per il dollaro la quarta consecutiva di rialzo contro l’euro. Il biglietto verde si mantiene forte sostenuto dalle aspettative di una riduzione dei tassi da parte di Federal Reserve nei prossimi mesi, a partire da giovedi 7 novembre, e dalle crescenti scommesse su un possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Come evidenziato nella nostra introduzione, neanche il bassisimo dato dei Non-farm payroll è riuscito a contenere la forza del dollaro. Anche i JOLTS, ossia le posizioni lavorative disponibili, hanno dato indicazioni di un certo raffreddamento del mercato del lavoro, in quanto il dato effettivo ha registrato un calo maggiore delle attese.

L’atteso dato sul PIL americano del terzo trimestre ha evidenziato una leggera diminuzione rispetto alle attese (crescita del 2.80% contro 2.90% atteso), denotando comunque, soprattutto grazie alla componente consumi privati, uno stato di buona salute dell’economia americana.

Per quanto riguarda la banca centrale, le attese sono allineate su un taglio di 25 bp per questa settimana.

Conclusioni:

In conclusione, la settimana scorsa ha offerto numerosi spunti di riflessione sui mercati internazionali, con indicatori macroeconomici che hanno evidenziato andamenti contrastanti tra le principali aree economiche.

Negli Stati Uniti, nonostante le attese elettorali, alcuni dati economici sul mercato del lavoro ben al di sotto le aspettative e dati sul PIL leggermente in calo rispetto alle attese, il dollaro ha mostrato una certa tenuta,

In Europa, i livelli di inflazione superiori alle stime e il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato potrebbero indicare una possibile prosecuzione nel breve termine della politica monetaria restrittiva da parte della BCE.

In Asia, la decisione della Bank of Japan di mantenere i tassi invariati e l'incremento dell'attività manifatturiera cinese hanno ulteriormente contribuito a delineare un quadro macroeconomico complesso e dinamico.

Nel complesso, le prossime settimane si prospettano decisive, con nuovi appuntamenti chiave in calendario come l’esito delle elezioni negli Stati Uniti e le imminenti riunioni delle principali banche centrali (FED, BoE, RBA), che forniranno ulteriori indicazioni sull'orientamento delle politiche monetarie.

Questi sviluppi, unitamente alle attese di stabilizzazione dei mercati del lavoro e ai segnali di possibile rallentamento frl ptocesso di taglio dei tassi, delineano un contesto di incertezza in cui gli investitori continueranno a monitorare con attenzione ogni nuovo segnale economico e politico. Si prevede quindi per questa settimana densa di appuntamenti una buona volatilita sul mercato dei cambi e in particolare sul cross EURUSD.

Calendario Economico: