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June 4, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 4 Giugno 2025

INTRODUZIONE

La settimana appena trascorsa ha confermato che la bussola dei mercati globali resta puntata sull’incertezza. Il contesto macroeconomico continua a essere condizionato da una fitta rete di tensioni geopolitiche e commerciali, dove ogni nuova notizia sembra alimentare il senso di instabilità, piuttosto che dissiparlo.

Un nuovo elemento di pressione è arrivato nel fine settimana: droni ucraini hanno colpito aeroporti e basi militari in Russia, secondo fonti ufficiali, prendendo di mira bombardieri strategici. Aumenta il rischio di ritorsioni da parte di Mosca, minando così la prospettiva di una de-escalation.

Negli Stati Uniti, la US Court of International Trade ha dichiarato illegittimi alcuni dazi imposti con la legge d’emergenza (IEEPA), alimentando speranze per un allentamento della linea protezionistica. Tuttavia, la successiva decisione della Corte d’Appello, che ne ha sospeso l’efficacia, rimette tutto in discussione. La possibilità che la questione arrivi alla Corte Suprema suggerisce una lunga battaglia legale, destinata a mantenere alta la tensione sui mercati e sull’evolversi della “guerra” commerciale.

Nel frattempo, i dati macro USA confermano un quadro contrastante. Il PIL del primo trimestre, pur rivisto da -0,3% a -0,2%, resta in territorio negativo, frenato da un’impennata delle importazioni e da un calo della spesa pubblica. La fiducia dei consumatori è migliorata, mentre gli ordini di beni durevoli hanno registrato un brusco calo. I verbali pubblicati della Fed riflettono un atteggiamento prudente: si riconosce l’aumento dei rischi inflazionistici e del mercato del lavoro, ma non si sbilancia su tagli imminenti. In questo clima, l’EUR/USD si avvicina all’area 1.14, indicando la debolezza del dollaro e il posizionamento prudente degli operatori di mercato.

Anche in Europa il quadro è ambiguo. Christine Lagarde ha rilanciato il messaggio politico di un’Europa più coesa e indipendente, evidenziando i rischi derivanti dalla frammentazione geopolitica e dalla dipendenza dall’estero. Le aspettative di inflazione BCE a 12 mesi sono salite al 3,1%, segnale che potrebbe frenare il ciclo di tagli, mentre la fiducia dei consumatori e il sentiment economico registrano un recupero, seppur ancora modesto. Ricordiamo la riunione della BCE questo Giovedí, dove si prevede un taglio di 25bps.

Spostandoci brevemente nel Regno Unito, il settore retail continua a mostrare segnali di debolezza, mentre l’inflazione nei servizi resta elevata, rendendo più difficile il percorso della Bank of England verso un allentamento per supportare l’economia. L’incertezza sul fronte interno e il deterioramento del sentiment globale mantengono l’EUR/GBP volatile e privo di direzione.

Dal Giappone, infine, arrivano i primi segnali concreti di una potenziale inversione nella strategia monetaria ultra-accomodante. L’accelerazione dell’inflazione core, sostenuta da un mercato del lavoro più dinamico e da pressioni salariali crescenti, ha aumentato significativamente le probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan già entro l’estate. Il rafforzamento dello yen osservato negli ultimi giorni riflette queste nuove aspettative. Se confermata, la svolta della BoJ aggiungerebbe ulteriore complessità allo scenario di divergenze globali tra le principali banche centrali.

STATI UNITI

  • PIL Q1 rivisto a -0,2%, da -0,3%, trainato al ribasso da un’impennata delle importazioni (scorte pre-dazi) e dal calo della spesa pubblica.

  • Ordini beni durevoli in caduta ad aprile (-6,3%) e beni capitali -14,6% → segnale di cautela nelle imprese.

  • Fiducia dei consumatori in ripresa (98.0), ma le aspettative restano sotto la soglia 80 → rischio recessione ancora presente.

  • Verbali FOMC: confermato approccio “wait and see”. La Fed riconosce maggiori rischi ma manterebbe i tassi d’interesse stabili per il momento.

  • Bostic (Fed Atlanta): un solo taglio nel 2025, subordinato all’evoluzione dei dazi.

EUROZONA

  • In salita le aspettative dell’inflazione: 3.1% a 12 mesi (massimo dal 2024), stabili a 3 e 5 anni → la BCE potrebbe rallentare il ciclo dei tagli.

  • Indici di fiducia (consumatori ed economici) in lieve recupero, ma su livelli storicamente bassi.

  • Lagarde: l’Europa deve rafforzare la propria sovranità economica per affrontare un mondo “meno multilaterale”.

  • Lane (BCE): i tassi non scenderanno troppo rapidamente → il bilanciamento tra disinflazione da dazi e domanda interna resta delicato.

CONCLUSIONI

La sentenza sui dazi USA apre nuovi scenari sui potenziali sviluppi della “guerra” commerciale, i rischi di stagflazione per gli Stati Uniti si farebbero più concreti, mentre la Fed osserva ma senza agire. In Europa, la BCE deve gestire l’equilibrio fragile tra aspettative inflazionistiche in aumento e crescita modesta. Il Regno Unito resta ancorato all’incertezza, mentre il Giappone parrebbe piú deciso nella politica monetaria.

Tutto questo avviene sullo sfondo di una nuova fiammata geopolitica nel conflitto tra Ucraina e Russia, che potrebbe allontanare le speranze di una descalation nel breve periodo.

Volatilità e incertezza restano l’unico comune denominatore. Questa settimana sul fronte macroeconomico da monitorare saranno la riunione della BCE e della BoC sulla deciosione sui tassi di interesse e i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Come da consetudine nell’ultimo periodo, bisognerá constantemente far attenzione agli sviluppi sul fronte dazi.

Calendario Economico: