Italy: La settimana nei mercati - 29 Settembre 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena conclusa ha segnato una parziale inversione di sentiment sui mercati finanziari, alimentata da dati macroeconomici statunitensi più forti del previsto e un quadro europeo ancora debole e frammentato. Dopo l’euforia seguita al primo taglio dei tassi da parte della Fed, l’attenzione si è spostata sulla tenuta dell’economia USA che si è rivelata più solida del previsto, mettendo in dubbio l’entità e il ritmo del ciclo di allentamento monetario.
La terza e definitiva lettura del PIL USA per il secondo trimestre ha sorpreso al rialzo, con una crescita ben sopra le attese e sostenuta dai consumi delle famiglie e dalla contrazione delle importazioni. In parallelo, le richieste di sussidi alla disoccupazione sono scese, segnalando un mercato del lavoro ancora resiliente.
La narrativa si è complicata ulteriormente con l’annuncio, da parte dell’ex presidente Donald Trump, di una nuova ondata di dazi a partire dal 1° ottobre. I settori colpiti includono trasporti, arredamento e soprattutto farmaceutico, con tariffe fino al 100% su quest’ultimo. L’impatto atteso è doppio: da un lato rafforza la politica protezionistica di Trump, dall’altro potrebbe avere un potenziale effetto rialzista sull’inflazione che potrebbe limitare il margine di manovra della Fed nei prossimi mesi. In aggiunta, gli Stati Uniti si avvicinano a un nuovo possibile shutdown del governo federale, con conseguente rischio di paralisi qualora non si dovesse trovare un accordo sulla legge di bilancio.
In Europa, i dati PMI confermano una dinamica eterogenea: il settore servizi continua a sostenere l’attività economica, ma la manifattura resta in contrazione, in particolare in Germania. Il dato tedesco sull’indice IFO ha infatti deluso le aspettative, segnalando un sentiment ancora debole tra imprese e consumatori. L’EUR/USD, dopo aver testato area 1,19 due settimane fa, è scivolato in area 1,16 per poi rintracciare in zona 1,17 a fine settimana.
Incertezza anche sul fronte geopolitico, crescono infatti le tensioni tra Russia e Unione Europea. Attacchi con droni e missili hanno colpito l’Ucraina, mentre episodi di violazioni aeree sono stati registrati in Germania, Polonia, Lituania e Danimarca, dove sono stati segnalati droni russi nei pressi di basi militari. Alcuni Paesi stanno valutando la creazione di una barriera difensiva anti-droni ai confini orientali. Intanto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato NATO e UE di aver “dichiarato guerra” a Mosca, segnando un ulteriore deterioramento del clima diplomatico.
Sul piano monetario internazionale, la Banca Nazionale Svizzera ha lasciato i tassi invariati allo 0%, citando l’indebolimento delle prospettive di crescita dovuto all’impatto dei dazi USA sull’export elvetico.
In Giappone, il rallentamento dell’inflazione di Tokyo al 2,5% ha attenuato le aspettative di una stretta imminente da parte della BoJ.
STATI UNITI
PIL Q2 (terza lettura): +3,8% a/a (vs +3,3% seconda stima)
Ordini di beni durevoli (agosto): +2,9% headline, +0,4% core
Richieste di sussidi settimanali: 218.000 (–14.000 unità)
Indice PCE Core (agosto): +2,9% a/a, stabile
EUROZONA
PMI (settembre):
Manifattura: in calo al 49,5
Servizi:in aumento al 51,4
Composito: 51,2 (massimo da 16 mesi)
ALTRI MERCATI
Banca Nazionale Svizzera:
Tassi fermi allo 0%
Giappone:
CPI Tokyo rallenta al 2,5%
Meno pressioni sulla BoJ per un aumento dei tassi
CONCLUSIONI
Si conferma un contesto globale frammentato, con crescenti incertezze sia sul fronte macroeconomico che geopolitco.
La solidità dell’economia USA, la tenuta del mercato del lavoro e il rischio inflattivo legato ai nuovi dazi potrebbero rendere piu’ incerto lo scenario di una Fed aggressiva sulla politica monetaria. Il risultato è stato un leggero rafforzamento del dollaro e una correzione degli indici azionari.
In Europa, la BCE rimane ancora attendista. I dati macro sono stati sostenuti dai servizi ma la manifattura continua a deludere, soprattutto in Germania. Nuovi dazi e le tensioni con la Russia nei confini orientali non aiutano a prestabilire uno scenario certo.
Negli Stati Uniti questa settimana, oltre al rischio di Shutdown che verrà monitorato attentamente dal mercato, saranno da seguire i dati su PMI e sul mercato del lavoro (NFP e JOLTS in primis). In Europa ci attende la prima lettura dei dati sull’inflazione.
Calendario Economico:
