Italy: La settimana nei mercati - 29 aprile 2024.

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La scorsa settimana abbiamo visto il dollaro americano perdere terreno rispetto all’euro e chiudere la settimana sopra quota 1.07. Il movimento verso l’alto del cross EUR/USD è iniziato con la pubblicazione dei dati PMI, che si sono rivelati più incoraggianti per il Vecchio continente rispetto agli Stati Uniti. Inoltre negli USA, nonostante i dati sul mercato del lavoro rimangano robusti, preoccupa il rischio di stagflazione, alimentato dai dati pubblicati in settimana che evidenziano la congiuntura tra livello di inflazione maggiore delle attese e minore crescita economica.

In Europa, l’attenzione era rivolta ai dati provvisori PMI. Continuano a non brillare i PMI nel settore manifatturiero nell’area euro, che si attestano ben al di sotto delle aspettative, complici i dati negativi che arrivano dalla Francia e dalla Germania. Ci sono tuttavia notizie positive sul fronte dei servizi, dove i PMI indicano un’attività economica in aumento e al di sopra delle aspettative di mercato.

Per quanto riguarda il Regno Unito, i dati PMI del manifatturiero sono nuovamente in calo e al di sotto della soglia 50. Tuttavia, come in Europa, brillano i PMI dei servizi, che si attestano ben al di sopra delle attese.

Settimana interessante anche per il dollaro australiano che si è rafforzato dopo che i dati sull’inflazione si sono rivelati superiori alle aspettative. Il dato su base annuale continua però il suo percorso di decrescita dalla rilevazione di aprile 2023, attestandosi al livello del 3,6% contro il 3,4% atteso. Nonostante l’ultima rilevazione sia stata superiore alle aspettative, gli operatori di mercato dubitano che la banca centrale possa alzare nuovamente i tassi.

Spostandoci in Giappone, questa settimana si è riunita la banca centrale, che ha mantenuto inalterati i tassi d’interesse. Nonostante non ci sia al momento ancora alcuna conferma, i movimenti di mercato di questa mattina fanno sospettare che le autorita’ Giapponesi siano intervenite nel mercato del cambi per cercare di supportare il JPY dopo che si era indebolito fino a superare quota 160 contro dollaro.

Per questa settimana abbiamo in calendario diversi eventi da seguire, tra cui sicuramente il dato inflazione Europa previsto per domani e il meeting FED di mercoledi, ma anche dati disoccupazione in Europa e USA e non-farm payroll.

Vediamo più nel dettaglio:

Stati Uniti

A sorprendere i mercati e le aspettative degli analisti sono stati i dati provenienti dagli Stati Uniti: in primis i dati PMI manifatturieri del mese di aprile ben al di sotto delle aspettative, i quali sono scesi sotto la soglia dei 50 registrando un valore di 49.9, quindi ben al di sotto dei 52 previsti e dei 51,9 del mese di marzo.

Deludenti anche i dati sui PMI dei servizi, che si attestano al di sotto delle proiezioni degli analisti (50,9 vs 52 previsti e il 51,7 del mese di marzo) e che quindi continuano il trend in discesa iniziato a febbraio 2024.

Nella giornata di giovedì, ulteriori dati negativi hanno contribuito a far aumentare la volatilità sui mercati a discapito del biglietto verde. Il dato di proiezione del PIL statunitense del primo trimestre, il quale si è attestato a +1,6%, ha mostrato una contrazione della crescita molto più forte di quella prevista dagli operatori di mercato, che la vedevano crescere al ritmo del 2,3%. Questi dati economici negativi, in connubio con gli ultimi dati che vedono un'inflazione che fatica a scendere e che anzi pare essere in aumento, gettano sugli Stati Uniti lo spettro della stagflazione.

Anche l’indice PCE dei prezzi principali trimestrale ha stupito, ma al rialzo: e’ infatti crescito del 3.7% contro attese di un dato pari al 3.4% e un dato precedente pari al 2%. Anche il dato sull’indice dei prezzi PCE per il mese di marzo è aumentato al 2,7% contro il 2,5% registrato a febbraio. Le stime degli analisti prevedevano invece un Pce al 2,6% e il mercato ha interpretato tale incremento come un fattore che possa contribuire a ritardare la decisione della FED riguardo un primo taglio dei tassi di interesse, dando quindi nuova forza al dollaro.

L’indice Pce è un indicatore preso molto in considerazione dalla FED nelle sue decisioni di politica monetaria e misura l’aumento medio dei prezzi per i consumi personali interni. Una delle differenze principali tra il CPI e il PCE è rappresentato dal peso della componente abitativa presa in considerazione nei due indici. Nel primo, questa incide di più, dunque circa il 36% della variazione dell’indice PCI è data dalle variazioni che subiscono i prezzi degli affitti. Nell’ultima rilevazione l’inflazione relativa agli affitti era di circa il 6%, dunque il peso che questa ha avuto sul dato CPI uscito lo scorso 10 Aprile al 3,5%, è stato notevole. Se si escludessero gli affitti dall’inflazione CPI degli USA negli ultimi 12 mesi, vedremmo un livello molto più vicino al 2%.

Europa

La scorsa settimana, come per gli Stati Uniti, l’attenzione dei mercati era rivolta ai dati PMI provvisori del mese di aprile. Da un lato si vede il settore manifatturiero ancora arrancare, trainato dai dati negativi provenienti dalla Germania e dalla Francia, mentre il settore dei servizi è in ascesa. Entrando nel dettaglio, il PMI sul manifatturiero nell'eurozona ha registrato 45,6 contro il 46,5 atteso e il 46,1 precedente. Giungono invece notizie positive sul fronte dei servizi, dove il rispettivo PMI nell'area euro si è attestato a 52,9 contro il 51,8 atteso e il 51,5 del mese di marzo. Stupisce infine in positivo il dato PMI composito il quale, per la prima volta nell’ultimo anno, rileva un dato maggiore di quello statunitense (51,4 vs 50,9).

Buono l’indice IFO tedesco che esce a 89,4 con aspettative a 88,9 ad indicare la ripresa del livello di confidenza tedesco. Ora si attendono i dati sull'inflazione e sul PIL dell’Eurozona che verranno rilasciati martedì 30 Aprile.

Conclusioni

Secondo alcuni analisti i dati su PMI e PIL americani sembrerebbero aver innescato un’inversione di marcia nel cross EUR/USD che ha nuovamente oltrepassato quota 1,07 dopo circa 2 settimane di forti pressioni per la moneta dell’Eurozona. La settimana in corso vedrà la pubblicazione di importanti dati lato Europa come PIL e inflazione, ma anche lato US dove saranno resi noti gli importanti dati sul mercato del lavoro – Non Farm Payroll - e si riunirà la FED per prendere decisioni di politica monetaria nelle ore serali italiane di mercoledì 1 Maggio. Le probabilità di un cambiamento dei tassi di interesse per la FED sono prossime allo zero, ma la conferenza stampa sarà seguita attentamente poiché i mercati cercheranno qualsiasi cambiamento di tono a seguito dei recenti dati sull’inflazione che sono risultati superiori alle attese.


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