Italy: La settimana nei mercati - 24 Novembre
INTRODUZIONE
La settimana si è chiusa con un clima di incertezza che continua a permeare i mercati globali, sospesi tra segnali contrastanti provenienti dagli Stati Uniti, fragilità strutturali in Europa e tensioni crescenti in Asia.
L'attenzione degli investitori è tornata a concentrarsi sulla Federal Reserve dopo che, nella giornata di Venerdí, le dichiarazioni del presidente della Fed di New York John Williams hanno cambiato le prospettive sulla politica monetaria riportando in gioco l’ipotesi di una riduzione dei tassi già nella riunione di Dicembre: la probabilità prezzata dai futures, che era crollata al 30% nei giorni precedenti, ha recuperato rapidamente fino al 70%.
Il quadro macro statunitense rimane difficile da interpretare: la recente riapertura dell’apparato statistico dopo il lungo shutdown lascia spazio a dati frammentati e difficili da comparare.
In Europa, il sentiment economico rimane eterogeneo. La Germania continua a mostrare segnali di debolezza nella manifattura, mentre la periferia dell’eurozona evidenzia un contesto più stabile. Sebbene l’inflazione complessiva resti in linea con il target del 2%, la crescita e gli outlook economici preoccupano e pone quesiti alla BCE, la quale continua a mantenere un approccio attendista e prudente.
Il Regno Unito si conferma uno dei punti deboli dello scenario globale: produzione industriale in contrazione, mercato del lavoro in peggioramento e consumi ancora bloccati da pressioni sul reddito reale. La Bank of England appare sempre più orientata verso un taglio nella riunione di Dicembre.
In Asia, la Cina ha pubblicato dati deludenti sulla domanda interna, mentre il Giappone si trova nuovamente al centro dell’attenzione dei mercati valutari con l’EUR/YEN sui minimi storici. L’inflazione torna a muoversi al rialzo, i rendimenti domestici aumentano e il governo prepara un massiccio stimolo fiscale. La BoJ potrebbe essere chiamata ad agire prima del previsto su un aumento dei tassi d’interesse.
STATI UNITI
Nonfarm Payrolls (settembre): in aumento: +119,000 vs +50,000 atteso. Tuttavia revisione in negative dati di agosto: da +22,000 a - 4,000.
Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione: piú alto delle attese: 232k vs 223k (atteso) vs 219k (precedente).
Tasso di disoccupazione (settembre): in aumento: 4,4% vs 4,3%.
PMI servizi: in leggero aumento: 55 vs 54,8 (precedente).
Mercati: forte volatilità nell’azionariato dall’incertezza del comparto tecnologico, “salvato” dalle forti trimestrali di Nvidia. Dollaro in leggero rafforzamento in area 1,15.
EURZONA
Inflazione: in leggero calo al 2,1%, quadro stabile e in linea con il target BCE.
PMI manifatturiero (novembre): in calo al 49,7 nell’eurozona. Trainato in negativo da Francia e Germania.
PMI servizi: in aumento al 53,1.
Politica monetaria: BCE ferma sulla linea della prudenza; nessun segnale di accelerazione verso un allentamento.
REGNO UNITO, ASIA & ALTRI MERCATI
Regno Unito
Crescita moderata e produzione industriale in contrazione.
Condizioni del mercato del lavoro in peggioramento.
Sterlina sotto pressione in area 0,88 contro l’euro; possibilità crescente di un intervento della BoE nelle prossime riunioni.
Cina
Produzione industriale e vendite al dettaglio in rallentamento.
Domanda interna ancora debole, export penalizzato da un contesto commerciale sfavorevole.
Giappone
Inflazione in risalita, rendimenti dei titoli governativi in aumento.
Governo pronto a un importante pacchetto di stimolo fiscale da $135 miliardi.
Debolezza persistente dello yen ai minimi storici contro l’euro in area 180; cresce la possibilità di un intervento della BoJ per stabilizzare i tassi.
Commodities & Crypto
Oro stabile in area $4,100 all’oncia.
Petrolio ancora in calo in area $57 barile.
Bitcoin in forte correzione: $86,000.
CONCLUSIONI
Il quadro macroeconomico globale rimane fragile e difficile da interpretare. Gli Stati Uniti si trovano in una fase in cui la direzione della politica monetaria rimane ancora indefinita: dati incerti, segnali contrastanti dal mercato del lavoro e un contesto finanziario che rimane vulnerabile a sorprese.
In Europa, nonostante la stabilità dell’inflazione, si nascondono significative divergenze tra Paesi e settori, mentre il Regno Unito mostra un quadro sempre più complesso. L’Asia contribuisce all’incertezza con una Cina in rallentamento e un Giappone prossimo a possibili cambiamenti di politica monetaria. Questa settimana da monitorare il discorso della presidente della BCE Lagarde e i dati sul PIL del terzo trimestre sia nell’eurozona che negli Stati Uniti. L’unica banca centrale a riunirsi per la decisione sui tassi di interesse sará la banca centrale della Nuova Zelanda.
Calendario Economico:
