Italy: La settimana nei mercati - 23 Giugno 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena trascorsa ha messo in luce il proseguire di un contesto di forte incertezza, in cui le decisioni delle varie banche centrali si sono intrecciate con uno degli episodi geopolitici più importanti dell’ultimo decennio e con segnali di cedimento dei consumi nei paesi avanzati. A Washington, la Fed ha confermato i tassi fermi al 4,25–4,50 % per il quarto meeting consecutivo, prezzando due tagli da 25 bps entro fine anno ma rimandando ogni azione a settembre. Il presidente Powell ha duramente respinto le ingerenze di Trump, definendo “inaccettabile” ogni tentativo di minare l’indipendenza della banca centrale.
A Londra, la Bank of England ha mantenuto i tassi al 4,25 % con un voto diviso (6–3), anticipando un imminente allentamento ad agosto dopo il sorprendente crollo delle vendite al dettaglio e il calo dell’inflazione dei servizi. In Giappone, la Bank of Japan ha confermato il tasso allo 0,5 % e ha illustrato un piano di riduzione del QE solo nel 2026–27, ribadendo un approccio che continua ad essere ultra-accomodante. Anche la PBoC ha lasciato invariati i tassi dopo il taglio di maggio, mentre la BNS ha ridotto il tasso di riferimento allo 0 %, in linea con le attese, ma ha visto il franco continuare ad apprezzarsi grazie al suo status di valuta rifugio.
In Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari e militari iraniani (Fordow, Natanz e Isfahan), un’operazione definita da Trump “spettacolare” e finalizzata a supportare Israele. Teheran ha promesso ritorsioni, e il greggio ha raggiundo nuovi massimi dell’ultimo periido toccando i 74 $/barile, riaccendendo i timori su interruzioni nel transito dello Stretto di Hormuz e sul potenziale impatto sull’inflazione globale.
Sul fronte dei consumi, i dati sulle vendite al dettaglio negli USA e nel Regno Unito hanno evidenziato un rallentamento maggiore del previsto, sollevando dubbi sulla resilienza della spesa delle famiglie. Questi elementi – politiche monetarie divergenti, conflitti geopolitici e fragilità dei consumi – hanno fatto tornare al centro la volatilità, che oggi più che mai non è un’eccezione ma la condizione permanente dei mercati.
STATI UNITI
Fed: tassi fermi al 4,25–4,50 %; dot-plot conferma due tagli da 25 bps entro fine anno
Powell: “non c’è fretta”, critica Trump per ingerenze politiche
Non-Farm Payrolls (maggio): +139 000 posti; revisioni cumulative –95 000
GDPNow della FED di Atlanta: in calo allo 3,4% nel secondo trimestre
CPI (maggio): +2,4 % a/a, +0,1 % m/m; Core CPI +2,8 % a/a (servizi “sticky”)
Vendite al dettaglio (maggio): –0,9 % m/m → spesa consumatori in forte rallentamento
Richieste sussidi (giugno): 245 000 unità, in calo ma ancora elevate
EUROZONA
Calo dell’ inflazione (maggio): +1,9 % a/a; variazione mensile 0 %
Sentimento di fiducia dello ZEW (giugno) 35,3 vs 11,6 della rilevazione precedente
Bilancia commerciale (aprile): surplus in calo a +9,9 mld €
Lagarde: “fine del ciclo di tagli, ora vigilanza sui rischi”
Bollettino Economico: evidenzia vulnerabilità del surplus UE–USA a reshoring o tariffe - un terzo del surplus commerciale di beni dell’Eurozona con gli USA fosse generato da affiliate di multinazionali americane
CONCLUSIONI
Gli ultimi sette giorni hanno messo a nudo la divergenza senza precedenti tra Fed, BoE, BoJ, PBoC e BNS, mentre il conflitto in medio oriente e i segnali di cedimento dei consumi occidentali aggiungono ulteriori variabili di rischio. Le banche centrali si muovono su percorsi opposti, alcune in stand-by, altre in modalità “pronte al taglio” o “pronte al rialzo” in fasi diverse, creando un terreno di elevata volatilità e incertezza.
Questa settimana sará da monitorare l’evolversi del conflitto tra Israele e Iran e potenziali rappresaglie che potrebbero portare alla chiusura dello stretto di Hormuz e/o ad un intervento piu massiccio da parte degli Stati Uniti.
Sul fronte macroeconomico ci aspetta una settimana abbastanza scarna, i principali saranno i dati provvisori sui PMI nell’eurozona e IL PCE negli Stati Uniti uniti ai discorsi di Powell e della Lagarde che ci aiuteranno a capire il sentiment delle future mosse delle rispettive banche centrali.
Calendario Economico:
