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September 22, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 22 Settembre 2025

INTRODUZIONE

La settimana appena trascorsa abbiamo visto un rafforzamento del valore dell’euro rispetto al dollaro, con la coppia EUR/USD che ha chiuso in area 1.17 spinta da preoccupazioni per il rallentamento del mercato del lavoro US e dalla ritrovata fiducia sulle aspettative di crescita economica europea, con i mercati che quindi hanno pesato piu i dati dagli Stati Uniti che non la situzione politica in Francia.

Negli Stati Uniti abbiamo visto un aumento oltre le attese dei sussidi di disoccupazione e la revisione al ribasso di oltre 900k unitá

STATI UNITI

  • Il 17 settembre, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25bps, portando il corridoio dei federal funds al 4,00–4,25%. Si tratta del primo taglio dal dicembre 2024.

  • Il presidente Jerome Powell ha definito l’intervento un “risk-management cut”, giustificato dal rallentamento del mercato del lavoro e dai crescenti rischi al ribasso sulla crescita.

  • Il dot plot aggiornato suggerisce altri due tagli entro fine 2025, condizionati però all’evoluzione dei dati.

  • Vendite al dettaglio (agosto): +0,6% m/m (vs attese +0,2%).

  • Disoccupazione: stabile al 4,3%, livello più alto dal 2021.

  • Sussidi settimanali: in calo a 231.000 da 264.000.

EUROPA

  • L’inflazione ad agosto si è confermata al 2,0% su base annua, centrando il target della BCE per il terzo mese consecutivo: l’indice core è rimasto stabile al 2,3%, mentre su base mensile i prezzi sono saliti dello 0,1%.

  • La BCE ha mantenuto i tassi fermi, con il tasso sui depositi al 2,00%, confermando un atteggiamento di “pausa consapevole” dopo i recenti tagli.

  • Lagarde ha sorpreso con toni ancora hawkish, definendo il processo di disinflazione “terminato” e l’economia “in buona posizione”.

  • Le proiezioni di crescita per il 2025 sono state riviste al rialzo all’1,2% (da 0,9%).

  • Produzione industriale (luglio): +0,3% m/m | +1,8% a/a.

  • Surplus commerciale (luglio): €12,4 miliardi (vs €8 miliardi a giugno).

  • ZEW (settembre): migliora a 26,1 (vs 25,1 ad agosto).

  • Tasso di disoccupazione: sui minimi di periodo al 6,2%.

REGNO UNITO E ASIA

  • La Bank of England ha mantenuto i tassi invariati al 4,00%, con un voto di 7 a 2. I membri dissenzienti avevano proposto un taglio di 25 bps.

  • La BoE ha però deciso di rallentare il quantitative tightening, riducendo l’obiettivo di dismissione di gilt da £100 miliardi a £70 miliardi per il prossimo anno.

  • L’inflazione di agosto è rimasta stabile al 3,8%, con un’attenuazione delle pressioni dai prezzi energetici, ma un rialzo degli alimentari.

  • Il quadro macro continua a essere debole, con crescita stagnante e un mercato del lavoro in progressivo allentamento.

  • La Bank of Japan ha lasciato il tasso di riferimento fermo allo 0,5%, con un voto di 7 a 2. L’inflazione core è scesa al 2,7%, il livello più basso da novembre 2024.

  • La Bank of Canada, invece, ha tagliato il tasso overnight al 2,50%, primo intervento espansivo dopo tre pause. La decisione riflette una crescita interna in rallentamento e una stabilizzazione dell’inflazione.

CONCLUSIONI

Il quadro che emerge dalle ultime mosse delle banche centrali è quello di una fase estremamente delicata e carica di incognite. Se da un lato i mercati sembrano aver accolto positivamente i tagli della Federal Reserve, dall’altro le divergenze tra le diverse aree economiche e la mancanza di una direzione chiara lasciano spazio a volatilità e improvvisi cambi di scenario.

I rischi principali restano legati all’equilibrio fragile tra crescita e inflazione: negli Stati Uniti, il mercato del lavoro mostra segnali di indebolimento ma le pressioni inflazionistiche non sono ancora del tutto sotto controllo. Nell’Eurozona, i dati incoraggianti sull’inflazione e sulla crescita si scontrano con l’incertezza politica e alle possibili nuove pressioni sui prezzi. Nel Regno Unito e in Giappone, la combinazione tra crescita economica e inflazione creano incertezza ai banchieri sulle future mosse.

A ciò si aggiungono i fattori esterni: tensioni geopolitiche, politiche commerciali più restrittive e instabilità politica interna in alcuni Paesi chiave.

Questa settimana saranno da monitorare i dati sui PMI nel Regno Unito e negli Stati Uniti e i dati sul pil del secondo trimestre negli Stati Uniti.

Calendario Economico: