Italy: La settimana nei mercati - 17 Novembre
INTRODUZIONE
Tre i temi dominanti della settimana appena passata: l’inaspettata divisione del comitato interno alla Bank of England, il vuoto di dati negli Stati Uniti e la persistente divergenza delle Banche Centrali.
La decisione della Bank of England del 6 novembre ha sorpreso i mercati più per le divisioni interne che per il risultato in sé. Come previsto, i tassi sono rimasti invariati al 4,0%, ma la spaccatura in seno tra i membri è netta: cinque hanno votato per mantenere l’attuale livello, quattro chiedevano un taglio immediato di 25 punti base. Tra chi teme un rallentamento e chi resta preoccupato per l’inflazione, Bailey sceglie la prudenza e con il suo voto rimanda la questione alla prossima riunione di dicembre, dichiarando la necessità di ottenere “maggiori prove” prima di agire. L’incertezza sugli sviluppi della politica monetaria e il potenziale impatto del prossimo Autumn Budget indeboliscono la sterlina.
Negli Stati Uniti, lo shutdown federale (oramai in essere da 40 giorni) ha bloccato i dati macro, spostando l’attenzione sui discorsi Fed. Lisa Cook ha difeso il taglio di ottobre e sottolineato rischi crescenti per l’occupazione, parlando di “two-speed economy”. I dati manifatturieri si sono dimostrati deboli, mentre sembra dare segni di ripresa il settore dei servizi. Fronte occupazione, l’unico dato ricevuto dal mercato continua a mostrare segni di fragilità. I mercati ora prezzano al 70% un nuovo taglio a dicembre.
Mentre i mercati azionari rimangono cauti, in Cina si segnala una brusca frenata del commercio estero, con un calo dell’export verso gli USA (a ottobre -25% anno su anno) e rallentamenti verso altri mercati tra cui l’Africa, l'America Latina e l’Unione Europea.
Euro dollaro ha mantenuto un tono solido per tutta la settimana, restando stabilmente al di sopra della soglia chiave di 1,1500 al netto di brevi incursioni a 1,1480. La tenuta dell’Euro appare fragile alla luce delle deludenti vendite al dettaglio europee e della mancata ripresa della domanda interna. La coppia sembra vulnerabile ad un’inversione significativa: un’eventuale soluzione dello shutdown a Washington (i Democratici sembrano lavorando per rimuovere l’empasse parlamentare) o la pubblicazione di dati occupazionali statunitensi migliori del previsto potrebbero rapidamente ridare forza al Dollaro, spostando nuovamente l’attenzione sulla debolezza dei consumi europei.
STATI UNITI
Fine dello shutdown: durato 43 giorni, vengono ripristinate le attività del governo e la pubblicazione dei dati macro, ma i report di settembre/ottobre potrebbero essere incompleti o distorti.
ADP rivisto: +42k posti nel privato a ottobre, ma nelle ultime 4 settimane le aziende hanno perso in media 11.250 posti/settimana → mercato del lavoro fragile.
Fed speeches:
Stephen Miran: tassi “troppo restrittivi”.
John Williams: allarme sul divario dei redditi e sul potenziale freno ai consumi.
Mercati:
Tech USA in forte calo: vendite marcate sui titoli AI e hardware.
Probabilità di un taglio Fed a dicembre scese in un mese dal 90% al 40%.
Outlook USA: dati confusi e rischio di sorprese dovuto ai ritardi delle pubblicazioni; mercato diviso sulla Fed.
EURZONA
ZEW:
Germania: 38,5 vs 41 atteso → fiducia ancora depressa.
Eurozona: 25,0 vs 23,5 atteso → resilienza della periferia.
CPI Germania: 2,3% a/a (in lieve calo).
Produzione industriale UE: +0,2% m/m (sotto attese).
Politica monetaria:
Lagarde e de Guindos confermano tassi “appropriati”.
Non ci si aspetta un altro taglio entro il 2026.
Euro: reazione limitata ai dati positivi; la debolezza strutturale tedesca continua a pesare sulle prospettive dell’eurozona e sulle scelte della BCE.
REGNO UNITO, ASIA & ALTRI MERCATI
Regno Unito:
PIL Q3: +0,1% (inferiore alle attese).
Produzione industriale: -2% m/m.
Disoccupazione: sale al 5,0%.
BoE: aspettative di un taglio dei tassi a dicembre per stimolare economia e lavoro.
Sterlina: EUR/GBP torna in area 0,88.
Cina:
Produzione industriale +4,9% a/a (minimo da agosto 2024).
Vendite al dettaglio +2,9% (ritmo più lento in 14 mesi).
Giappone: attesa per i dati sui salari; yen debole e BoJ ancora accomodante.
Oro: torna a salire in area $4.100/oz.
Petrolio: stabile in area $60/barile.
Bitcoin: scende in area $95.000.
CONCLUSIONI
La settimana ha confermato un quadro macro complesso, dove la fine dello shutdown USA ha rimosso una fonte di rischio politico ma ha riportato l’attenzione sulla mancanza di dati economici — dati che, almeno a breve, saranno difficili da interpretare e potrebbero essere distorti. L’Eurozona continua a mostrare una stabilità apparente, ma la fragilità tedesca continua a preoccupare.
Nel Regno Unito, l’accumulo di dati negativi segnala che la BoE è ormai vicina a un taglio dei tassi, mentre l’Asia presenta segnali misti tra debolezza cinese e cautela giapponese.
Calendario Economico:
