Italy: La settimana nei mercati - 16 Giugno 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena trascorsa ha visto proseguire il clima di incertezza sui mercati, sostenuto da una crescente divergenza tra le politiche monetarie di Fed e BCE, da nuovi shock geopolitici e da dati macroeconomici spesso contrastanti. A Francoforte, la BCE ha effettuato un taglio di 25 bps – definito come un “taglio di assicurazione” per un’economia che parrebbe essere ancora fragile – ma chiarendo al contempo che ogni ulteriore mossa sarà strettamente “data-dependent”, suggerendo forse una pausa sul ciclo di tagli. A Washington, la Fed sembrerebbe invece orientata a mantenere i tassi invariati durante la riunione del FOMC di questo Mercoledi’: l’inflazione cala sotto le aspettative sui prezzi al consumo ma la componente core rimane invariata al 2,8% mentre dal mercato del lavoro arrivano segnali di rallentamento.
Il cambio EUR/USD ha temporaneamente superato quota 1,16 raggiungendo livelli che non si vedevano dal 2021, per poi ristabilizzarsi in area 1.15, mentre il Dollar Index ha ceduto stabilizzandosi in area 98. Questa spinta riflette l’irrigidimento del differenziale di tasso tra euro e dollaro e la crescente narrativa di debolezza del biglietto verde.
A inasprire ulteriormente il quadro, in Medio Oriente Israele ha lanciato un massiccio attacco contro siti nucleari e militari iraniani, annunciando che l’operazione proseguirà “finché necessario”. Teheran ha risposto con lanci di missili balistici verso Tel Aviv e Haifa. Il nodo cruciale per i mercati resta il prezzo del greggio che nella settimana si e’ apprezzato oltre il 10%: se l’azione militare dovesse minacciare il transito nello Stretto di Hormuz, i rialzi del greggio innescherebbero immediatamente pressioni inflazionistiche, rendendo piu difficile la scelta di un taglio dei tassi da parte della FED e complicando al contempo il percorso di consolidamento fiscale americano.
Sul versante commerciale, le minacce di nuovi dazi Usa su acciaio e alluminio UE vivono in contemporanea con un accordo USA–Cina “fumoso” su dazi, terre rare e visti per gli studenti cinesi. In questo scenario, politica monetaria, tensioni geopolitiche e incertezze macro contribuiscono quindi ad aumentare la volatilità e l’incertezza nei mercati.
STATI UNITI
Inflazione (maggio): CPI headline +0,1 % m/m, +2,4 % a/a; Core CPI +0,1 % m/m, +2,8 % a/a (servizi “sticky”)
GDPNow della FED di Atlanta (provvisorio): 3,8% - invariato
Nuove richieste di sussidi (maggio): 248k unità, rimangono invariate ma leggermente sopra le attese
Richieste di disoccupazione continua (maggio): 1.956k unitá – in aumento e oltre le attese
EUROZONA
Produzione industriale (aprile): prevista contrazione –2,4% % m/m – invariato ma ci si aspettava un calo meno marcato
Bilancia commerciale (aprile): surplus in calo (+9,9bn)
Lagarde (BCE): vicini all’ obiettivo di inflazione al 2 % nel medio termine
Schnabel (BCE): “il ciclo di politica monetaria sta giungendo al termine”
De Guindos (BCE): “uso dollaro non in dubbio, ma ruolo euro puo' espandersi”
CONCLUSIONI
L’ultima settimana ha messo a nudo un contesto globale dove le divergenze monetarie si sommano a turbolenze geopolitiche e incertezze macro. La BCE ha continuato il suo persorso di tagli, la Fed resta ferma in attesa di conferme sul fronte inflazionistico, mentre il conflitto Israele–Iran e il possibile rialzo dei prezzi del petrolio rappresentano nuove variabili di rischio per l’inflazione e i rendimenti.
Con il FOMC alle porte, ogni parola di Powell e ogni punto del nuovo “dot plot” saranno soppesati dal mercato. In uno scenario privo di una narrativa chiara, la volatilità continua ad essere la vera protagonista.
Questa settimana gli eventi chiave dal punto di vista macroeconomico saranno la decisione sui tassi di interesse della FED, della BoJ, BNS e BoE e l’indice dei prezzi al consumo del mese di Maggio nell’eurozona e nel Regno Unito. Sul fronte geopolitico da monitorare l’evoluzione dell’escalation tra Iran e Israele e nuovi sviluppi sulla “guerra” commerciale.
Calendario Economico:
