Italy: La settimana nei mercati - 15 Settembre 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena trascorsa abbiamo visto un rafforzamento del valore dell’euro rispetto al dollaro, con la coppia EUR/USD che ha chiuso in area 1.17 spinta da preoccupazioni per il rallentamento del mercato del lavoro US e dalla ritrovata fiducia sulle aspettative di crescita economica europea, con i mercati che quindi hanno pesato piu i dati dagli Stati Uniti che non la situzione politica in Francia.
Negli Stati Uniti abbiamo visto un aumento oltre le attese dei sussidi di disoccupazione e la revisione al ribasso di oltre 900k unitá dei Non-farm Payroll nel periodo tra Marzo 2024 e Marzo 2025. Questi dati non fanno che rafforzare le aspettative di mercato per un taglio dei tassi da parte della Fed durante la prossima riunione del 17 settembre.
In Europa, la BCE ha lasciato i tassi invariati ma, a sorpresa, ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2025. Le parole di Lagarde hanno lasciato intendere che i rischi inflazionistici restano sotto controllo, ma con fattori esogeni, come dazi, energia e rischi geopolitici, che potrebbero riaccendere le pressioni e quindi è stato ribadito come le future decisioni di politica monetaria dipenderanno dagli sviluppi di mercato.
Sul fronte politico continuano le tensioni: in Francia Macron ha dovuto nomirare il quinto nuovo premier in due anni, mentre l’abbattimento di droni russi in Polonia ha riportato la sicurezza europea al centro del dibattito. Da Bruxelles, la presidente Von der Leyen ha preso posizione dicendo che l’Europa non può più dipendere da Washington e dovrà affrontare il futuro con un approccio più autonomo e integrato, soprattutto in materia di difesa, energia e tecnologia.
Nel frattempo, i segnali di deflazione e rallentamento economico in Cina e il ritorno alla crescita in Giappone mostrano come anche l’Asia sia attraversata da dinamiche divergenti. Questa settimana si preannuncia altalenante, con le riunioni della FED, Bank of Japan, Bank of Canada e Bank of England per la decisioni sui tassi di interesse. Ci si aspetta un taglio da 25bps da Stati Uniti e Canada e tassi invariati dal Giappone e dal Regno Unito.
STATI UNITI
L’inflazione CPI di agosto è salita oltre le attese allo 0,4% mese su mese e del 2,9% anno su anno; in linea con le attese il core CPI che si è attestato a +0,3% m/m e +3,1% a/a.
Il PPI ha invece sorpreso al ribasso con -0,1% su mese, mostrando segnali contrastanti sull’evoluzione dei prezzi.
Il dato negativo sui Non-Farm Payrolls di agosto e la revisione al ribasso dei dati precedenti e il tasso di disoccupazione al 4,3% hanno certificato il rallentamento del mercato del lavoro.
Le richieste settimanali di sussidio sono salite a 263.000, sopra le attese (235.000).
Le probabilità di un taglio dei tassi alla riunione FOMC del 17 settembre sono ormai date al 100% dai mercati futures, ma la vera attenzione sarà rivolta alla conferenza stampa di Powell.
EUROPA
La Banca Centrale Europea, come previsto, ha mantenuto invariati i tre tassi chiave, ma ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2025 all’1,2% (da 0,9%) e confermato l’inflazione attesa al 2,1% per quest’anno, in discesa all’1,7% nel 2026.
Lagarde ha ribadito che la politica resterà "data-dependent". Tuttavia, il tono del comunicato e della conferenza stampa ha supportato la moneta unica, che ha beneficiato di una narrativa di stabilità e resilienza macro, rafforzata anche dai dati sul mercato del lavoro incoraggianti (disoccupazione al 6,2%).
Sul piano politico, in Francia, è caduto il governo Bayrou. Il nuovo premier è Sébastien Lecornu, ex Ministro della Difesa, incaricato di gestire una difficile manovra finanziaria in un clima interno polarizzato e con lo spread OAT-Bund risalito verso 80 punti base.
REGNO UNITO E ASIA
Nel Regno Unito, la crescita di luglio è risultata piatta (0%), dopo un +0,4% a giugno. Il settore manifatturiero ha registrato un calo, mentre i servizi sono rimasti poco sopra la soglia di stagnazione.
In Cina, ad agosto l’inflazione è tornata negativa (-0,4% a/a), soprattutto per il crollo dei prezzi alimentari (-4,3%). Il PPI ha mostrato una contrazione del 2,9%, meno grave del -3,6% di luglio.
In Giappone, sorpresa positiva dal PIL del secondo trimestre, che cresce dello 0,5% t/t, pari a un ritmo annualizzato del 2,2%, supportato da investimenti pubblici e salari in ripresa.
CONCLUSIONI
Tra tensioni geopolitiche, divergenze nelle politiche monetarie della banche centrali e dati macroeconomici contrastanti, l’incertezza rimane elevata. Da un lato la BCE temporeggia su interventi monetari, sorretta da dati macro e stime di crescita economica migliori del previsto, dall’altra la Fed sembra pronta a intervenire per sostenere un mercato del lavoro in rallentamento, con grande attesa per la riunione di mercoled’ 17 settembre.
La settimana continuerà poi con la riunione della BoE giovedì e della BOJ venerdì.
Calendario Economico:
