Italy: La settimana nei mercati - 15 Dicembre

INTRODUZIONE
La settimana appena conclusa ha confermato un contesto di mercato dominato da incertezza e da una crescente divergenza tra le politiche monetarie dei vari paesi. I mercati hanno reagito a segnali macro ancora fragili e a decisioni delle banche centrali che, più che chiarire il quadro, hanno rafforzato la sensazione di trovarsi in una fase di transizione complessa. La volatilità resta elevata.
La protagonista della settimana é stata la Fed negli Stati Uniti, la quale nella giornata di Mercoledí ha tagliato i tassi di riferimento di 25bps portandoli nella forchetta 3,50% - 3,75%. Tuttavia, se da un lato la mossa è stata interpretata come un tentativo di prevenire un deterioramento più marcato del mercato del lavoro, dall’altro è emersa con maggiore forza la divisione interna al FOMC con 9 voti favorevoli e 3 contrari. Divisione interna rafforzata anche dai commenti successivi alla riunione che hanno infatti evidenziato un crescente dissenso sul percorso futuro, alimentando dubbi sulla sostenibilità di ulteriori tagli nel breve periodo.
Questa settimana si riunirà invece la BCE. In Europa, i dati macro hanno mostrato segnali misti. L’inflazione rimane complessivamente sotto controllo, ma la crescita continua a essere disomogenea, con la Germania che fatica a uscire da una fase di debolezza strutturale.
Nel Regno Unito, gli ultimi dati sul PIL hanno confermato un rallentamento più marcato dell’economia, con una contrazione inattesa dell’attività guidata dalla debolezza dei servizi e da una manifattura ancora in difficoltà. I consumi restano sotto pressione e le condizioni finanziarie restrittive continuano a frenare la crescita. In questo contesto, i mercati guardano alla riunione della Bank of England di questa settimana con l’aspettativa crescente di un taglio dei tassi, ritenuto necessario per evitare un ulteriore deterioramento del ciclo economico. Un intervento confermerebbe che la priorità della BoE si sta spostando dalla lotta all’inflazione al sostegno della crescita, lasciando la sterlina esposta a ulteriori pressioni nel breve periodo.
STATI UNITI
Federal Reserve: taglio dei tassi di 25 punti base, accompagnato da un messaggio meno accomodante del previsto. I verbali e le analisi successive evidenziano un dissenso crescente all’interno del FOMC sulla necessità di ulteriori tagli.
Comunicazione: la Fed ha ribadito un approccio “data-dependent”, ma ha anche segnalato che lo spazio per un allentamento aggressivo si sta riducendo.
Mercato del lavoro: i dati più recenti indicano un rallentamento graduale ma non ancora una vera contrazione, alimentando un dibattito acceso sulla tempistica delle prossime mosse.
EUROZONA
Inflazione: complessivamente vicina al target, ma con differenze marcate tra Paesi.
Germania: segnali di debolezza persistenti nel comparto manifatturiero e nella fiducia delle imprese.
BCE: tono prudente e attendista; nessuna urgenza di modificare l’attuale orientamento di politica monetaria. Non si prevedono tagli nella riunione della BCE di giovedí.
REGNO UNITO
Quadro macro: crescita debole e consumi sotto pressione. PIL cala dello 0,1% ad Ottobre mentre gli analisti si aspettavano una crescita del +0,1%.
Politica monetaria: la Bank of England, che si riunirá giovedí, dovrebbe tagliare i tassi di 25bps.
ALTRI MERCATI
Canada
La Bank of Canada ha deciso di fare una pausa dopo nove tagli consecutivi, segnalando che il ciclo espansivo potrebbe essere vicino alla conclusione.
Brasile
La banca centrale ha mantenuto il tasso Selic al 15% per la quarta riunione consecutiva, confermando una linea restrittiva orientata alla stabilità dei prezzi.
Svizzera
La SNB ha lasciato i tassi invariati allo 0%.
Australia
La RBA ha mantenuto i tassi invariati, sottolineando un equilibrio delicato tra rallentamento economico e pressioni sui prezzi ancora da monitorare.
CONCLUSIONI
Il quadro che emerge è quello di un’economia globale sospesa tra la necessità di sostenere la crescita e il timore di riaccendere pressioni inflazionistiche. Negli Stati Uniti, il recente taglio dei tassi non ha risolto i dubbi sul percorso futuro della Fed, anzi ha messo in luce divisioni interne che potrebbero tradursi in una maggiore volatilità nel breve termine.
Sará una settimana intensa. In Europa, la BCE parrebbe restare sempre ancorata ai tassi di riferimento correnti, mentre la fragilità della crescita economica, soprattutto della Germania, continua a rappresentare un rischio latente. Il Regno Unito che si ritrova invece con un inflazione ancora non sotto controllo e con un economia in rallentamento, potrebbe stimolare quest’ultima con un taglio da 25bps. Mentre dal Giappone, il Nikkei sostiene che la BoJ potrebbe aumenetare i tassi e portarli allo 0,75%.
