Italy: La settimana nei mercati - 10 Novembre
INTRODUZIONE
Tre i temi dominanti della settimana appena passata: l’inaspettata divisione del comitato interno alla Bank of England, il vuoto di dati negli Stati Uniti e la persistente divergenza delle Banche Centrali.
La decisione della Bank of England del 6 novembre ha sorpreso i mercati più per le divisioni interne che per il risultato in sé. Come previsto, i tassi sono rimasti invariati al 4,0%, ma la spaccatura in seno tra i membri è netta: cinque hanno votato per mantenere l’attuale livello, quattro chiedevano un taglio immediato di 25 punti base. Tra chi teme un rallentamento e chi resta preoccupato per l’inflazione, Bailey sceglie la prudenza e con il suo voto rimanda la questione alla prossima riunione di dicembre, dichiarando la necessità di ottenere “maggiori prove” prima di agire. L’incertezza sugli sviluppi della politica monetaria e il potenziale impatto del prossimo Autumn Budget indeboliscono la sterlina.
Negli Stati Uniti, lo shutdown federale (oramai in essere da 40 giorni) ha bloccato i dati macro, spostando l’attenzione sui discorsi Fed. Lisa Cook ha difeso il taglio di ottobre e sottolineato rischi crescenti per l’occupazione, parlando di “two-speed economy”. I dati manifatturieri si sono dimostrati deboli, mentre sembra dare segni di ripresa il settore dei servizi. Fronte occupazione, l’unico dato ricevuto dal mercato continua a mostrare segni di fragilità. I mercati ora prezzano al 70% un nuovo taglio a dicembre.
Mentre i mercati azionari rimangono cauti, in Cina si segnala una brusca frenata del commercio estero, con un calo dell’export verso gli USA (a ottobre -25% anno su anno) e rallentamenti verso altri mercati tra cui l’Africa, l'America Latina e l’Unione Europea.
Euro dollaro ha mantenuto un tono solido per tutta la settimana, restando stabilmente al di sopra della soglia chiave di 1,1500 al netto di brevi incursioni a 1,1480. La tenuta dell’Euro appare fragile alla luce delle deludenti vendite al dettaglio europee e della mancata ripresa della domanda interna. La coppia sembra vulnerabile ad un’inversione significativa: un’eventuale soluzione dello shutdown a Washington (i Democratici sembrano lavorando per rimuovere l’empasse parlamentare) o la pubblicazione di dati occupazionali statunitensi migliori del previsto potrebbero rapidamente ridare forza al Dollaro, spostando nuovamente l’attenzione sulla debolezza dei consumi europei.
STATI UNITI
ISM Manufacturing PMI (3 Novembre) I dati di ottobre, hanno mostrato che il settore manifatturiero statunitense rimane in difficoltà. L'indice PMI è sceso a 48.7, in calo rispetto al 49.1 di settembre e al di sotto delle aspettative di 49.4.
ISM Services PMI (5 Novembre) Mercoledì, il settore dei servizi (che rappresenta la maggior parte dell'economia USA) L'indice PMI dei servizi è balzato a 52.4, segnando un forte rimbalzo dal livello di pareggio di 50.0 di settembre e ben al di sopra delle previsioni di 50.7.
ADP National Employment Report (5 Novembre) il rapporto ADP (un proxy per i dati sull'occupazione del settore privato) ha fornito la prova definitiva della debolezza del mercato del lavoro segnando un modesto aumento di soli 42.000 posti di lavoro nel settore privato per ottobre.
EUROPA
Il 4 novembre, Christine Lagarde ha tenuto a Sofia un discorso dal tono istituzionale, dedicato al percorso della Bulgaria verso l’ingresso nell’euro, previsto per il 1° gennaio 2026. Pur non toccando direttamente la politica monetaria, la presidente ha ribadito i principi di stabilità, prosperità e resilienza su cui si fonda l’Eurozona.
Isabel Schnabel il 6 novembre, considerata una delle voci più “hawkish” del Consiglio, durante la Conferenza sui Mercati Monetari della BCE, ha sottolineato che la normalizzazione quantitativa procede “senza intoppi” e che nel sistema finanziario persiste un’ampia liquidità in eccesso. Ha inoltre delineato la strategia futura della BCE in materia di gestione della liquidità, anticipando la creazione di un nuovo portafoglio di titoli a breve termine, segnale di una pianificazione a lungo raggio e di un approccio ordinato al ritiro degli stimoli.
PMI manifatturiero si è attestato a 50,0, interrompendo la fase di contrazione indicandouna stabilizzazione fragile, con domanda fiacca e tagli occupazionali persistenti.
PMI composito e’ salito a 52,5, massimo da maggio 2023 manifestando che il migliramento trainato dal settore dei servizi, in forte accelerazione.
Vendite al dettaglio (settembre) solo in calo dello 0,1% m/m, contro attese di rialzo, Nonostante salari reali in aumento e fiducia dei consumatori in ripresa, le famiglie mostrano cautela e privilegiano il risparmio rispetto alla spesa.
Commodities:
Oro: in rialzo a $4.100/oz
Petrolio: greggio stabile in area $60/barile
Bitcoin: dopo i massimi di Ottobre consolida area $106.400
CONCLUSIONI
La settimana ha evidenziato forte incertezza e vulnerabilità delle valute europee, in particolare Euro e Sterlina. La recente forza dell’Euro, con EUR/USD sopra 1,15, appare fragile e più legata alla debolezza tecnica del Dollaro che a una reale solidità economica dell’Eurozona, dove l’economia resta resiliente ma debole. L’assenza di dati sul mercato del lavoro statunitense, causata dallo shutdown federale, ha alimentato speculazioni su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, rendendo l’indebolimento del Dollaro poco sostenibile secondo gli analisti. La Sterlina, invece, mostra una fragilità strutturale: la Bank of England ha mantenuto i tassi invariati con una votazione spaccata (5-4), segnalando che l’istituto è vicino a un ciclo di allentamento monetario, spinto dai timori sulla crescita. Il contesto globale resta dominato da politiche monetarie divergenti: la Fed procede con cautela, la BCE si concentra sulla normalizzazione del bilancio tra consumi anemici, la Bank of Japan risoluta mantiene un approccio accomodante e la Bank of England appare divisa e attendista. Questa narrativa continuerà a guidare i mercati nei prossimi mesi.
Calendario Economico:
