Italy: La settimana nei mercati - 9 Maggio 2023
La scorsa settimana protagoniste sono state le banche centrali: abbiamo infatti assistito alle decisioni sui tassi di RBA, FED e BCE che hanno tutte aumentato i tassi di 25 punti base.
La prima a riunirsi è stata martedi RBA che, anche spinta dall’inflazione uscita al 7%, ha sorpreso i mercati aumentando i tassi. Mercoledì è stata la volta delle FED, la cui decisione è stata allineata alle aspettative di mercato. Durante la conferenza stampa Powel ha avuto però un atteggiamento meno aggressivo rispetto alle precedenti riunioni, e il dollaro ha perso terreno trascinato dall’idea che si possa essere all’apice del percorso di rialzi dei tassi. Tali aspettative sono ancora una volta state messe in dubbio dai dati sul mercato del lavoro di venerdi, usciti molto migliori delle attese.
Giovedì anche la BCE ha rialzato i tassi e nella conferenza stampa seguita all’annuncio Christine Lagarde ha ribadito che le decisioni delle prossime riunioni dipendereanno dai dati macroeconomici, sottolineando però che ‘’È un viaggio e non siamo ancora arrivati a destinazione ma c’è ancora strada da percorrere’’.
Questa settimana sarà la volta della BOE giovedì; con i dati inflazione CPI ancora sopra al 10%, cinque volte superiori al target, le aspettative sono di un ulteriore aumento. L’inflazione rimane dunque ancora elevata, alla luce di dati macro non brillanti diversi analisti vedono rafforzarsi il rischio di una stagflazione nel paese.
Nella giornata di domani invece l’attenzione sarà rivolta ai dati inflazione USA, in quanto un valore maggiore delle attese potrebbe far rivedere le aspettative di una pausa nel rialzo dei tassi.
Sul fronte geopolitico la notizia principale è stata resa nota nel pomeriggio di mercoledi dall’ufficio di presidenza russo, secondo cui le forze armate ucraine avrebbero tentato di colpire con dei droni la residenza presidenziale del Cremlino nelle prime ore del mattino di mercoledì 3 maggio.
Vediamo in dettaglio la situazione in Europa e Stati Uniti.
Europa
Martedi è stato reso noto il dato preliminare sull’inflazione di Aprile. L’andamento dei prezzi al consumo continua a sorprendere con un rialzo che si è attestato al 7% su base annua. L’aumento inatteso è il risultato di un rimbalzo dell’inflazione dei prezzi dell’energia, dopo il forte effetto negativo di marzo, e di un’inflazione dei prezzi dei servizi leggermente superiore. In verita le divergenza all’interno dell’Unione continuano ad essere marcate riflettendo diversi limiti di prezzo dell’energia. Lo scorso mese il carovita è ad esempio passato da una variazione del 2,7% in Lussemburgo al 15% in Lettonia.
Tornando alla BCE, come ampiamente previsto dagli operatori di mercato la scorsa settimana il Consiglio direttivo ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base. Il rialzo segue un primo aumento da 50 punti base a luglio di un anno fa, due aumenti da 75 punti base a settembre e a novembre e tre ulteriori incrementi a dicembre, febbraio e marzo da 50 punti base. Scontato anche lo stop da parte della Bce dei reinvestimenti App a partire da luglio 2023. L’ Eurotower ha infatti annunciato che prevede di interrompere del tutto i rinnovi di titoli accumulati con il programma di acquisti App a partire dal prossimo luglio.
Nella tradizionale conferenza stampa, rispondendo alle domande dei cronisti la presidente Lagarde ha ribadito che l’istituto centrale manterrà un approccio decisionale volta per volta basato sui dati, in primis “sulla valutazione delle prospettive di inflazione, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”. La BCE continua a dimostrare la propria determinazione nella lotta all'inflazione, mantenendo al contempo uno sguardo sui rischi per la stabilità finanziaria. La numero uno della BCE ha affermato “Non stiamo facendo una pausa, abbiamo ancora strada da percorrere”. In futuro non sono esclusi, quindi, ulteriori rialzi.
Stati Uniti
La scorsa settimana la Fed ha alzato i tassi di 25 punti base, come previsto. L’attenzione si è concentrata sopratutto sui commenti del presidente Jerome Powell. Le Fed nel suo comunicato dice che "Il sistema bancario statunitense è solido e resistente", ma aggiunge che le condizioni di credito più rigide per famiglie e imprese potrebbero "pesare su attività economica, assunzioni e sull'inflazione", anche se l'entità di questi effetti "rimane incerta".
Nel frattempo, dal fronte settore bancario le banche regionali USA sono sempre più in difficoltà. Il fallimento di Silicon Valley Bank sta avendo un effetto anche sulle azioni di altre banche regionali californiane. Nei giorni scorsi First Republic Bank è stata salvata da JP Morgan e ora affiora il possibile fallimento di PacWEst, con sede a Los Angeles, le cui azioni sono crollate di oltre il 50% dopo la notizia di una potenziale vendita.
Con una crescita economica che mostra segnali di stallo e una contrazione del credito, la maggior parte degli investitori si aspetta uno stop della Fed anche se venerdi hanno nuovamente sorpreso in positivo i dati relativi al mercato del lavoro che si dimostra straordinariamento robusto e potrebbe supportare la decisione di un’ulteriore stretta monetaria.
Conclusioni
L’alternananza tra dinamiche di risk off e risk on che ha caratterizzato l’ultimo periodo rende difficile per gli investitori individuare trend direzionali. Inflazione, decisioni delle banche centrali e stabilità finanziaria rimangono al centro dell’attenzione dei partecipanti dei mercati.
Calendario economico: