Italy: La settimana nei mercati - 6 Marzo 2023
La discesa del valore del dollaro ha perso slancio nelle ultime settimane grazie ai dati economici positivi che hanno fatto crescere le aspettative che la Federal Reserve possa aumentare i tassi di interesse più di quanto inizialmente previsto; i mercati al momento prezzano tassi attorno al 5,4% entro l’estate.
Per quanto riguarda l’Europa, la BCE ha aumentato i tassi di 300 punti base da luglio e ha promesso un altro intervento consistente a marzo, mentre alcuni banchieri centrali chiedono un’azione più misurata dopo marzo dato che l’inflazione è ora lontana dai massimi raggiunti in ottobre. Attualmente i mercati si aspettano che il tasso di deposito raggiunga un picco intorno al 4% verso la fine dell’anno. Una volta raggiunto il picco, i tassi dovranno rimanere alti fino a quando la Bce non sarà sicura che l’inflazione tornerà al 2%, ha detto il presidente della Bundesbank Nagel. Inolte, la Bce ha iniziato a ridurre il suo programma di acquisto di asset per 3.300 miliardi di euro e secondo il banchiere tedesco dovrebbe accelerare la riduzione del suo bilancio a partire da luglio.
La scorsa settimana, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha raggiunto un accordo con l’Unione europea per allentare le restrizioni al commercio tra l’Irlanda del Nord e il resto della Gran Bretagna e per garantire a Belfast più voce in capitolo sulle norme e i regolamenti che vengono applicati da Bruxelles. Obiettivo dell’accordo è il superamento delle tensioni causate dal Protocollo sull’Irlanda del Nord, un complesso accordo che stabilisce le regole commerciali che la Gran Bretagna ha concordato prima di lasciare l’Ue, ma che ora reputa inattuabile. La questione nordirlandese è stata uno degli aspetti più delicati dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue nel 2020, ed ha portato a un inasprimento delle relazioni tra Londra e Bruxelles, oltre a danneggiare la cooperazione in diversi settori come la scienza e i servizi finanziari.
Spostandoci in Asia, i solidi dati cinesi sull'attività manufatturiera hanno sostenuto lo yuan. A beneficiarne anche dollaro australiano e quello neozelandese. I dati infatti hanno superano di gran lunga le previsioni degli analisti, con il Pmi manifatturiero che è salito il mese scorso a 52,6 da 50,1 di gennaio. Si è trattato dell'espansione più veloce dall’aprile 2012.
In Giappone appare lontana l’idea di un cambio di rotta della politica monetaria in atto: il governatore entrante della Bank of Japan Kazuo Ueda ha dichiarato lunedì scorso che potrebbe uscire dalla politica monetaria ultraespasiva solo quando l'inflazione del paese aumenterà in modo significativo e che BoJ ridurrà il QE e si dirigerà verso la normalizzazione quando si vedrà il raggiungimento del suo obiettivo di inflazione del 2%.
Vediamo cosa è successo più da vicino in Europa e USA
Europa
Grande era l’attesa questa settimana per l’uscita dei dati sull’inflazione europea che è risultata nuovamente in rialzo nonostante le recenti mosse restrittive di politica monetaria: la stima flash del CPI y/y hanno visto un dato all’8.5% contro aspettative 8.3% mentre la versione core è stata rilasciata al 5.6% contro un consensus di 5.3%.
Bene le pubblicazione dei PMI di Francia, Germania, Spagna e Italia mentre vediamo in leggero rialzo i dato sula disoccupazione europea. Analisti ed investori si attendono un ulteriore rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base durante la prossima riunione di metà marzo mentre i governatori della banche centrali nazionali si dividono tra chi preferirebbe un rialzo graduale e chi preferirebbe rialzi significativi anche dopo la riunione di marzo.
Stati Uniti
E’ stato pubblicato mercoledi ISM manifatturiero: secondo l’Institute for Supply Management l’'attività manifatturiera americana è migliorata leggermente a Febbraio, pur mantenendosi in fase di contrazione per il quarto mese consecutivo. Positivo anche il dato sulle nuove richieste dei sussidi di disoccupazioni che scendono leggermente. L’attenzione la prossima settimana sarà concentrata sui dati relativi al mercato del lavoro.
Conclusioni
Investitori ed analisti sono in attesa delle prossime mosse delle banche centrali, in un contesto in cui sembra che il rallentamento dell’inflazione non vada dato per scontato. Il sentiment generale di mercato è ora orientato a individuare i punti di arrivo sul fronte tassi che via via si stanno fancedo marginalmente piu’ lontani.
Da quando aveva raggiungo l’importante livello psicologico di 1,10, EURUSD è sceso di oltre il 4%. Il differenziale dei tassi è al momento a favore del dollaro, alcuni analisti dunque si attendono che questo differenziale, unitamente a un atteggiamento aggressivo sul fronte tassi da parte della FED, possa far rafforzare ulteriormente il dollaro. Al contrario, altri operatori di mercato si aspettano invece che possa essere l’euro a recuperare terreno come conseguenza delle migliorate aspettative per l’economia Europea che sembra aver scampato il rischio di entrare in recessione quest’anno, nonche’ per la politica monetaria dalla BCE finalizzata a tener sotto conotrollo l’inflazione.
Vediamo ora i dati principali in uscita questa settimana: