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Italy: La settimana nei mercati - 4 settembre 2023

CalendarSeptember 4, 2023
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Anche quest’anno la volatilità non va in vacanza, con i mercati che hanno visto anche ad Agosto movimenti importanti; sul fronte EUR-USD abbiamo visto oscillazioni nel range 1.1060 / 1.0760.

Dopo Jackson Hole, simposio annuale dei banchieri centrali, l’attenzione degli investitori la scorsa settimana si è focalizzata sui numerosi dati macro in uscita sia in Europa che negli Stati Uniti, per trarre indicazioni non solo sullo stato dell’economia nelle due aree geografiche ma anche riguardo le prossime decisioni delle banche centrali. Giovedì abbiamo visto infatti la pubblicazione del dato preliminare sull’inflazione in Eurozona ad Agosto, seguito venerdì dai dati relativi alle spese per i consumi personali nel mese di luglio negli USA (dato a cui la Fed presta particolare attenzione) per poi chiudere la settimana con i dati sul mercato del lavoro statunitense c.d. “non-farm payrolls”.

Informazioni rilevanti in arrivo anche dalla Cina, dopo che i dati relativi al settore manifatturiero ad Agosto hanno mostrato un’ulteriore contrazione per il quinto mese consecutivo; resta alta la pressione su Pechino affinché fornisca maggiori stimoli economici. Anche l'attività non manifatturiera, che copre i servizi e le industrie come l'agricoltura e l'edilizia, è cresciuta meno del previsto nel mese di Agosto, alimentando le preoccupazioni che il rallentamento del settore immobiliare stia incidendo sull'economia. Aumentano inoltre i timori rispetto a un possibile default del più grande sviluppatore immobiliare cinese, Country Garden, evento che aggraverebbe notevolmente la spirale della crisi immobiliare nel Paese e potrebbe ritardare la ripresa dell’intera economia cinese.

Stati Uniti:

Durante il simposio di Jackson Hole il presidente della Fed Jerome Powell ha confermato la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi qualora dovesse essere necessario, ossia nel caso in cui l’economia USA non dovesse raffreddarsi e l’inflazione diminuire: “per riportare l'inflazione in modo sostenibile al 2% sarà necessario un periodo di crescita economica inferiore al trend, nonché un certo allentamento delle condizioni del mercato del lavoro".

Dopo questo intervento, la settimana era iniziata con maggiore forza per i sostenitori di ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed; con la diffusione di dati che testimoniano il raffreddamento dell’economia a stelle e strisce, l’entusiasmo si e’ pero’ placato e la settimana e’ proseguita all’insegna di una crescente incertezza. Se è vero che i dati sull’occupazione USA, non-farm payroll, sono usciti venerdì al di sopra delle aspettative (187k nuovi posti aggiunti vs 170k attesi) restiamo sempre al di sotto della soglia dei 200k. A seguito di tale dato, abbiamo comunque visto un rafforzamento del dollaro nella seduta di venerdì.

Numerosi investitori scommettono che la banca centrale guidata da Powell opterà per rimanere ferma sul fronte tassi di interesse alla prossima riunione del FOMC prevista per il 19-20 settembre, mentre il dibattito si sposta sull'eventualità di un ultimo incremento prima della fine dell'anno e sulla tempistica di possibili tagli nel 2024 che saranno dettati sempre dall'andamento dei dati macro.

Europa:

Il dato macroeconomico  principale in area EURO per la settimana scorsa è stato quello relativo all’inflazione nell’area euro pubblicato giovedì scorso, preceduto dall’analoga misurazione nella sola Germania il giorno precedente. Il dato è tradizionalmente considerato cruciale per cercare di prevedere le successive mosse della BCE; quest’ultima nella riunione di settembre sarà chiamata a decidere se continuare il percorso di rialzo dei tassi iniziato l’anno scorso, ovvero prendersi una pausa.

Tornando all’analisi del dato, il carovita nella zona euro ad Agosto è sceso al +5,3%, dal +5,5% di luglio: il calo ha parzialmente sorpreso le previsioni degli economisti, che si aspettavano una diminuzione leggermente maggiore. L'inflazione mese su mese ha fatto registrare un aumento del +0,6%, mentre il consensus era di un +0,4%. Di fronte ad una situazione simile appare evidente che quanto fatto finora da parte della BCE in termini di politica monetaria restrittiva stia avendo i suoi risultati dal momento che le spinte inflattive stanno ormai decelerando. Al contempo però la strada da percorrere per raggiungere il target del 2% appare ancora lunga, motivo per cui gli operatori continuano ad avere opinioni discordanti sulle prossime mosse dell’Eurotower.

Preoccupa che negli ultimi tre mesi l'Europa abbia visto affievolire il proprio livello di crescita e si rafforzano i timori che l'economia del vecchio continente possa addirittura scivolare in recessione: con l’inflazione ancora a livelli elevati e l’economia in rallentamento, alcuni analisti vedono il rischio di stagflazione rimanere concreto.

Conclusioni:

Nelle prossime settimane assisteremo alle riunioni delle Banche centrali in Europa e USA. Il driver principale dei mercati valutari rimane sempre il futuro indirizzo di politica monetaria di quest’ultime, le quali dovranno navigare a vista analizzando i dati. Proprio per questo motivo, particolare attenzione verrà prestata da analisti e investitori ai dati pubblicati nelle prossime settimane.


Calendario economico:


Author

Marco Piga

Marco Piga

Regional Director, Sales and Dealing Italy

Marco è Regional Director di Corpay Italia. Vanta un’approfondita conoscenza dei mercati finanzari mondiali fondata su più di 15 anni di esperienza nel settore. Oltre a dirigere il team in Italia, gestisce e controlla attivamente le posizioni dei clienti.

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