Italy: La settimana nei mercati - 31 ottobre 2022
La scorsa settimana è stata caratterizzata da numerosi meeting della banche centrali: mercoledì la Bank of Canada ha rialzato i tassi di 50 punti base, il giorno successivo la BCE ha comunicato un rialzo di 75 punti base e infine la Bank of Japan ha mantenuto invariati i tassi proseguendo con la sua politica monetaria ultra-accomodante. Questa settimana sarà la volta di RBA che si riunirà domani, seguita mercoledì dalla FED e giovedì dalla Bank of England.
Mentre le mosse di BCE e BoJ sono state in linea con le attese degli analisti, la Bank of Canada ha sorpreso i mercati aumentato i tassi dello 0,5% contro le attese di un rialzo dello 0,75%. L'inflazione è scesa dall'8,1% al 6,9% nell’ultimo trimestre e secondo la banca centrale le aspettative di inflazione dovrebbero scendere a circa il 3% entro la fine del 2023, per poi tornare all'obiettivo del 2% entro la fine del 2024.
Per quanto riguarda il conflitto Russo-Ucraino, abbiamo assistito all’ennesima escalation della tensione con l’attacco da parte di droni Ucraini di quattro navi russe a Sebastianopoli, in Crimea. La Russia ha reagito considerando immediatamente sospeso l’accordo sul grano a tempo indeterminato. Il Cremlino si dice pronto a riconsiderare un accordo solo dopo indagini su quanto accaduto.
Infine, sul fronte geopolitico, i consiglieri di Cina e Stati Uniti stanno lavorando dietro le quinte per organizzare un incontro tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping quando i leader mondiali si riuniranno al vertice G20 di Bali il mese prossimo.
Vediamo più in dettaglio la situazione in Europa, UK e USA.
Europa
La Banca Centrale Europea Giovedì ha comunicato un rialzo dei tassi di 75 punti base, in linea con le aspettative del mercato. Il costo del denaro nell'Eurozona sale così al 2%, il livello più elevato da gennaio 2009. Una mossa ampiamente prevista dagli analisti alla luce di un'inflazione che si aggira intorno al 10%, di 5 volte superiore al livello desiderato del 2%.
La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato che per raggiungere il target di inflazione nel medio periodo potrebbero occorrere rialzi in diversi meeting ma che ogni decisione sarà presa di volta in volta in base ai dati sugli incrementi dei prezzi e allo stato di salute dell’economia. "Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi e abbiamo ogni intenzione di rispettare il nostro mandato ma questo non significa che siamo ignari del rischio recessione", ha aggiunto la Lagarde.
Lagarde ha inoltre affermato che l'inflazione continua a essere "di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo". D'altra parte negli ultimi mesi l'impennata delle quotazioni dei beni energetici e alimentari, le strozzature nelle filiere produttive e la ripresa della domanda dopo la pandemia hanno determinato una generale pressione sui prezzi e di conseguenza un rialzo, appunto, dell'inflazione.
UK
Per quanto riguarda la sterlina, martedì 25 è stata la giornata clou con la nomina di di Rishi Sunak come nuovo premier del Regno Unito, sperando possa porre definitivamente rimedio al caos politico, così da potersi concentrare sulla crisi economica.
Sunak si troverà dinnanzi a tre sfide principali: In primo luogo, è necessario che gli investitori vengano rassicurati sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. I mercati hanno reagito positivamente alla sua nomina grazie alla sua reputazione di conservatore sul fronte fiscale e alla sua precedente esperienza. In secondo luogo, il primo ministro dovrà riunire le fazioni dei parlamentari conservatori, messe l'una contro l'altra durante la competizione estiva per la leadership. Infine, Sunak dovrà riconquistare gli elettori in vista delle prossime elezioni generali. I sondaggi indicano attualmente un divario di 32 punti percentuali tra i Conservatori e il Partito Laburista.
L’attenzione questa settimana sarà focalizzata sul meeting della BoE del 3 Novembre.
Stati Uniti
La scorsa settimana abbiamo visto il dollaro perdere leggermente terreno. Secondo gli analisti, questa debolezza dipende da una parte dal sentiment degli investitori che pare abbiano trovato un timido appetito per il rischio sul fronte equity, e dall’altra dal deprezzamento delle principali materie prime derivante da un riposizionamento verso il basso della domanda globale.
L'attenzione di investitori è rivolta alla prossima riunione della Federal Reserve che si terrà il due di novembre. Gli analisti stimano con una probabilità del 97% un ulteriore aumento del costo del denaro di 75 punti base portandolo tra 3.75% e 4%.
Conclusione
Non accenna a ridursi la volatilità sui mercati globali che manifestano una medesima narrativa ormai da lungo tempo: al centro dell’attenzione rimane l'incertezza legata alle prospettive di crescita soprattutto in Europa, le tensioni geopolitiche internazionali legate al conflitto Russo Ucraino, un’alta pressione inflattiva, prezzi delle commodity ancora alti.
L’attenzione di questa settimana sarà sui meeting della RBA domani, FED il 2 di novembre e la BOE il 3 Novembre oltre che sui dati in uscita di cui riportiamo di seguito i principali: