Italy: La settimana nei mercati - 30 Giugno 2025
INTRODUZIONE
La settimana scorsa si è aperta con sviluppi sul fronte geopolitico in particolare con la notizia di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, dopo i raid USA sui siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. Il ritorno all’apparente calma ha permesso al Brent di rintracciare in area 65 $/barile, ma il focus è subito migrato sul tema dei dazi, con la scadenza del 9 luglio per la sospensione delle tariffe USA–UE che si avvicina. L’Eur/Usd ha proseguito con il trend di indebolimento dollaro, la coppia ha infatti chiuso la settimana sopra 1.17, livelli che non si vedevano dal 2021. Forza dell’euro che si conferma anche contro il Renminbi, arrivando in zona 8.40, livelli che non vedevamo da circa 10 anni.
Sul fronte macro economico negli Stati Uniti la seconda lettura del PIL Q1 ha confermato una contrazione annua dello 0,5 % – la prima dal 2022 – ma frutto in gran parte di un picco di importazioni in vista dei dazi; al netto, la domanda interna è rimasta solida. Il PMI manifatturiero S&P Global di lunedì ha tuttavia confermato la rilevazione precedente ben al di sopra della soglia 50, mentre i prezzi al consumo di maggio salgono leggermente sia su base mensile che su base annua, confermando un ritmo disinflazionistico graduale che giustificherebbe l’attesa della Fed.
Tuttavia, durante la settimana, la fiducia dei consumatori USA è crollata ben al di sotto delle attese, mentre gli avviamenti di nuovi cantieri sono scesi del 10% su base mensile al minimo da maggio 2020. Crescono le tensioni all’interno del FOMC, Michelle Bowman ha chiesto tagli già da luglio minimizzando l’impatto dei dazi sui prezzi, mentre altri membri, come Christopher Waller, rimangono diffidenti, segnalando un board diviso sulle future decisioni della Fed.
Pochi invece i dati provenienti dall’eurozona. I PMI flash di giugno hanno mostrato un manifatturiero in leggera contrazione 49,4 e un settore servizi che ritorna in area 50, mentre, come avevamo giá visto, l’inflazione di maggio si è attestata all’1,9 % su base annua, per la prima volta sotto target. Tuttavia, al Parlamento UE del 23 giugno, Christine Lagarde ha riaffermato un approccio “data-dependent e meeting-by-meeting”, segnalando rischi al ribasso per la crescita (0,9 % per il 2025) e tensioni commerciali da monitorare.
In un quadro dove politiche monetaria, dazi e scenari geopolitici sono in continua evoluzione, gli investitori si trovano sospesi tra la necessità di cautela e la ricerca di ogni spiraglio di direzionalità.
STATI UNITI
PIL Q1 (seconda lettura): –0,5 % a/a; contrazione guidata da boom import e domanda interna solida
PMI manifatturiero (giu): 52 → moderata espansione
Core PCE (maggio): +0,1 % m/m; +2,5 % a/a → lenta disinflazione
Consumer Confidence (giu): 93 vs 99,8 previsti
Housing Starts (mag): –10 % m/m, minimo da mag ’20
Bowman vs Waller: Bowman spinge per tagli giá a luglio; board della Fed diviso
EUROZONA
PMI flash (in calo): manifatturiero 49,4 vs 49.6 (precedente) vs 49.4 (atteso); servizi 50 vs 50 (atteso) vs 49.7 (precedente)
Lagarde (23 giu): “Data-dependent e meeting-by-meeting”; crescita 0,9 % 2025, inflazione sotto 2 % nel 2026
Dazi USA-UE: sospensione scade 9 luglio, focus su possibili accordi e/o estensioni
CONCLUSIONI
I mercati si confermano alle prese con una tensione strutturale: da un lato, banche centrali divise tra rigore e allentamento; dall’altro, tensioni in medioriente capaci di scuotere i prezzi energetici e l’ombra dei dazi che influenzano il commercio globale. I dati di fine giugno pongono nuovi interrogativi sulla tenuta dell’economia e sulle future mosse delle principali banche centrali.
Nei prossimi giorni, negli Stati Uniti gli occhi saranno puntati sui PMI di Giugno e sul mercato del lavoro con i non farm payroll, importanti per capire se la Fed manterrà la sua posizione di attesa o se la pressione interna spingerà verso un allentamento anticipato. Da seguire in Eurozona l’indice dei prezzi al consumo di Giugno.
Calendario Economico:
