Italy: La settimana nei mercati - 27 Marzo 2023
La scorsa settimana il mercato è stato caratterizzato da forte volatilità trainata dalle preoccupazioni per il settore bancario e dai rischi di recessione.
Grande era inoltre l’attesa per le riunioni di FED, BoE e SNB che hanno ritoccato la propria politica monetaria con un rialzo dei tassi: nonostante le turbolenze dei mercati, la priorità rimane la lotta contro un’inflazione considerata ancora troppo alta.
La prima a riunirsi è stata la Fed, che mercoledi ha annunciato un aumento dei tassi di 25 punti base, portandoli a un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, il livello più alto dal settembre 2007. Durante la conferenza stampa non è stata inoltre fatta menzione di prossimi rialzi dei tassi e le previsioni indicano ora l’aspettativa che la FED interrompa i rialzi del tassi dopo un’ulteriore aumento nella prossima riunione.
Giovedì è stata poi la volta prima della BoE che ha alzato i tassi di 25 punti base, portando il costo del denaro al 4,25%.
Nel pomeriggio di giovedì si è tenuta anche la riunione della Banca centrale svizzera che ha deciso di inasprire la politica monetaria alzando di altri 50 punti base i tassi e portando il tasso di riferimento all’1,5%. Nonostante le recenti turbolenze finanziarie causate dal crollo della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti e dal progressivo collasso di Credit Suisse, la Banca Nazionale Svizzera ritiene che l’inflazione sia ancora elevata e per questo non esclude ulteriori aumenti dei tassi.
In Asia il dato principale della settimana riguardava l’indice dei prezzi al consumo in Giappone che è diminuito rispetto al mese precedente, quando aveva raggiunto il massimo degli ultimi 41 anni.
Sul fronte geopolitico da segnalare la visita a sorpresa del premier cinese Xi Jinping che lunedi si è recato a Mosca per un bilaterale di due giorni con il premier russo Putin. Al centro dell’incontro diversi argomenti ma il focus principale e’ stato sul piano di pace, sul quale vi è ampio scetticismo da parte sia degli Stati Uniti che dell’UE.
Europa
Nella riunione del 16 marzo la BCE ha incrementato i tassi di 50 bp ma non ha fornito indicazioni su eventuali mosse future, limitandosi a dichiarare che potrebbero essere necessari altri rialzi dei tassi, se le proiezioni economiche di base dovessero essere confermate. Settimana scorsa Christine Lagarde ha aggiunto che "Il traguardo è chiaro: dobbiamo riportare tempestivamente l'inflazione all'obiettivo di medio termine del 2% e lo faremo. Abbiamo bisogno però di una strategia solida, che tenga conto della notevole incertezza in cui ci muoviamo oggi. Ci si attende che quest'anno il caro vita mostri una brusca flessione per effetto del calo dei prezzi dell'energia e dell'allentamento delle strozzature dell'offerta, ma la dinamica dell'inflazione di fondo rimane vigorosa".
Nel corso della settimana il numero uno della BCE ha inoltre tranquillizato i mercati sul settore bancario della zona euro, affermando che Il settore bancario europeo "gode di buona capacità di tenuta e solide posizioni di capitale e liquidità ma alla luce della recente volatilità nei mercati finanziari siamo pronti ad agire e fornire, se necessario, liquidità a sostegno del sistema finanziario e a preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria.’’
Regno Unito
La scosa settimana la BoE ha alzato il suo tasso d'interesse di riferimento di altri 25 punti base, portandolo al 4,25%, un nuovo massimo da 15 anni. La decisione arriva il giorno dopo il rilascio di dati sull’inflazione che hanno stupito al rialzo: Office for National Statistics ha dichiarato che l'inflazione è salita al 10,4% contro un consensus dello 9.9%, con i prezzi record dei generi alimentari e la solida crescita dei salari che hanno più che compensato il graduale riassorbimento dell'impennata dei prezzi dell'energia.
Il governatore Andrew Bailey ha cercato ancora una volta di guardare al di là dell'ultima sorpresa dell'inflazione, affermando che "rimane probabile un forte calo nel resto dell'anno". Allo stesso tempo, però, la BoE ha rivisto al rialzo le sue aspettative per l'economia britannica.
Stati Uniti
Come da aspettative, la riunione del FOMC si e’ conclusa con un rialzo dei fed funds di 25 punti base portando cosi’ il costo del denaro al 5%. Powel in conferenza stampa ha sottolineato che “gli sviluppi recenti probabilmente risulteranno in condizioni del credito più restrittive per famiglie e imprese e peseranno su attività economica, occupazione e inflazione” e che La Fed ritiene che la crisi bancaria influenzerà negativamente l’erogazione di credito all’economia, attuando una restrizione aggiuntiva rispetto a quella causata dal rialzo dei tassi, anche se, allo stato attuale, ritiene sia impossibile valutarne l’entita’.
Nel corso della conferenza stampa Powell ha aggiunto che “resta invariato l’obiettivo sul terminal rate al 5,1%, equivalente a un intervallo obiettivo tra il 5% e il 5,25%”. Questa mossa lascia intendere che la banca centrale USA potrebbe aumentare ancora i tassi solo un’altra volta nel corso del 2023 prima di porre fine alla stretta monetaria. I toni, più accomodanti dei precedenti, riflettono i timori che si sono propagati sui mercati dopo il crollo della Silicon Valley Bank.
Conclusioni
L’elevata incertezza e le turbolenze dei mercati finanziari legate ai timori che il sistema bancario nel suo complesso possa essere in crisi, alimentano una notevole volatilita’ sul mercato dei cambi. Al contempo, le dinamiche inflazionistiche rimangono al centro delle preoccupazioni delle banche centrali e i dati mostrano dinamiche inflative di fondo difficili da sradicare.
Calendario economico: