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Italy: La settimana nei mercati - 27 febbraio 2023

CalendarFebruary 27, 2023
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Nelle ultime settimane i dati economici Usa – che hanno messo in evidenza un mercato del lavoro solido, un’inflazione ancora sostenuta, vendite al dettaglio robuste e prezzi alla produzione in rafforzamento – hanno riacceso le aspettative che la Fed possa mettere in campo altre misure per tenere a bada l’inflazione e hanno portato il dollaro a rafforzarsi, sulla scia di commenti ‘hawkish’ dei funzionari della Fed che hanno segnalato che i tassi dovranno crescere ulteriormente.

A supportare il dollaro, col suo ruolo di valuta rifugio, c’è anche il sentiment di avversione al rischio legato alle tensioni geopolitiche internazionali dovute all’invasione russa in Ucraina che si protrae ormai da più di un anno. La settimana scorsa ha visto numerosi meeting importanti con Joe Biden che è volato a sorpresa a Kiev promettendo un altro mezzo miliardo di euro di armi. Una corsa agli armamenti in risposta alla Russia che, secondo il Financial Times, starebbe ammassando truppe e mezzi militari al confine con l’Ucraina per sferrare l’attacco finale. A gettare benzina sul fuoco mercoledi sono arrivate la parole di Putin che ha annunciato la sospensione della partecipazione al trattato New Start sulla riduzione delle armi nucleari, firmato da Stati Uniti e Russia a Praga l’8 aprile 2010.

La notizia riportata dal Wall Street Journal secondo cui il leader cinese Xi Jinping visiterà Mosca per un vertice con il presidente russo nei prossimi mesi sembra avvalorare l’idea che l’allenza tra Cina e Russia sia tutt’ora molto forte. Pechino dice di voler svolgere un ruolo più attivo per porre fine al conflitto, sembrerebbe che l'incontro con Putin farà parte della spinta cinese per facilitare i colloqui di pace e consentirà alla Cina di ribadire che le armi nucleari non devono essere usate. Peraltro sempre in settimana il numero uno della diplomazia cinese Wang Yi ha incontrato il suo omologo Lavrov a Mosca per discutere delle relazioni sino-russe e di «questioni internazionali e regionali di interesse comune», ha detto il ministero degli Esteri cinese.

Tornando in Europa, la presidente Christine Lagarde in una recente intervista ha ribadito la posizione della BCE riguardo agli obiettivi di riportare l’inflazione al tasso target del 2% affermando “Abbiamo comunicato molto chiaramente” l’intenzione di alzare i tassi di nuovo di 50 punti base a marzo, come deciso a inizio febbraio. “Quello che verrà dopo dipenderà dai dati, dall’inflazione, dai costi lavoro”: in base a questi sviluppi “determineremo quale sarà il percorso migliore”. Al contempo ha riconosciuto che le pressioni inflative stanno iniziando a rallentare e sebbene l’economia nel complesso ha registrato dei rallentamenti, risulta essere resiliente e mostra una tenuta migliore della previsioni.

Se la moneta unica ha perso terreno nei confronti del biglietto verde, lo stesso non si può dire per la sterlina che va in controtendenza. La sterlina si è infatti rafforzata dopo che i dati economici hanno mostrato un rimbalzo inatteso dell’attività commerciale britannica, suggerendo che l’economia del Regno Unito potrebbe evitare la recessione. Nella giornata di martedì, l'indice PMI ha restituito un dato ben oltre le aspettative ( 53 vs 49 ), trainato sia dal settore manifatturiero che dal settore dei servizi.

In Asia, la Cina ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per il sesto mese consecutivo a febbraio, come previsto, con la seconda economia mondiale che ha mostrato ulteriori segni di ripresa dopo la contrazione dovuta alla pandemia.

Rimanendo in oriente la settimana si è conclusa con il discorso alla camera del Parlamento del Giappone di Kazuo Ueda, che succedera’ l’attuale presidente Kuroda alla guida della Banca del Giappone, evento atteso da investitori e analisti: i principali attori di mercato si interrogavano se il nuovo governatore avrebbe portato aperture a una politica monetaria meno accomodante o cambi di rotta dall’attuale politica monetaria ultra espansiva. Il nuovo governarore, che inizierà il mandato ad aprile, ha informato il mercato che, almeno per il momento, non ci saranno stravolgimenti rispetto al lavoro portato avanti dal Governatore uscente Kuroda: l'attuale politica monetaria ultra accomodante sarebbe appropriata per raggiungere l'obiettivo di una stabilita' dei prezzi intorno al 2% .

"Riteniamo opportuno continuare l'allentamento monetario" ha affermato, con l’attuale strategia monetaria che ha "contribuito al miglioramento degli utili societari e dell'occupazione". Riguardo alle pressioni inflative che hanno visto dati al 4% ha aggiunto che l’inflazione dovrebbe avere raggiunto il picco in gennaio paventando che “la banca potrebbe fare un passo in avanti verso una normalizzazione della sua politica monetaria. Di poca magnitudo, per ora, la reazione della divisa nipponica che ha registrato comuque durante la giornata di venerdì un lieve indebolimento sia contro Euro che contro Dollaro americano.

Approfondiamo la situazione in Europa e Stati Uniti:

Europa

Nelle ultime due settimane, la moneta unica ha faticato soprattutto nei confronti del dollaro, dopo che i forti dati sul lavoro negli Stati Uniti e i segnali di un’inflazione persistente hanno aumentato le possibilità che i tassi di interesse statunitensi aumentino più di quanto previsto in precedenza. La Bce ha già promesso un altro aumento di mezzo punto percentuale a marzo, temendo che l’ostinata crescita dei prezzi possa portare al consolidamento dell’elevata inflazione. I mercati al momento attuale prevedono che i tassi della Bce raggiungano il picco a quota 3,7% circa entro la fine dell’estate, il che suggerisce che gli investitori si attendano ancora diversi rialzi dei tassi anche al di là della mossa già prevista per marzo. “Con un’inflazione così alta, ulteriori rialzi dei tassi oltre marzo sembrano probabili, logici e appropriati”, ha detto Olli Ilmari Rehn, governatore della banca di Finlandia e membro "falco" del Consiglio direttivo della BCE. “È importante che si raggiunga il livello restrittivo e che si rimanga a quel livello per qualche tempo”, spiega il banchiere. Rehn ha affermato che la componente di fondo dell’inflazione, che sta continuando a crescere, rimane una preoccupazione importante, e sarebbe “difficile immaginare” una fine dei rialzi dei tassi con l’inflazione di fondo ancora elevata ed in crescita.

L’inflazione della zona euro a gennaio è stata appena più alta rispetto alle stime precedenti, a conferma che la crescita dei prezzi è ormai ben oltre il picco, anche se le pressioni sui prezzi sottostanti non mostrano ancora segni di attenuazione. In base ai dati Eurostat, l’inflazione dei prezzi al consumo nei 20 Paesi della zona euro è scesa all’8,6% a gennaio dal 9,2% del mese precedente, appena sopra l’8,5% stimato all’inizio del mese, in cui non erano stati ancora inclusi i dati della Germania, la prima economia europea.

Per quanto riguarda i dati economici, la crescita dei servizi ha rafforzato la ripresa dell’attività delle imprese della zona euro questo mese, espandendosi molto sopra le attese, in un’indagine che suggerisce che l’eurozona potrebbe sfuggire alla recessione. “L’attività delle imprese in tutta la zona euro è cresciuta molto più velocemente del previsto a febbraio, con una crescita che ha raggiunto un massimo di nove mesi grazie alla ripresa dell’attività del settore dei servizi”, ha detto Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global. Tuttavia, l’attività industriale è diminuita a un ritmo leggermente più marcato questo mese. Il Pmi manifatturiero è sceso a 48,5 da 48,8, in contrasto con le attese Reuters per un aumento a 49,3 e al di sotto di tutte le previsioni.

Infine, l'indice ZEW ha dimostrato un considerevole ottimismo da parte degli investitori istituzionali, per il secondo mese consecutivo in territorio positivo e l'indice IFO, seppur in crescita rispetto al mese di gennaio, ha restituito un dato più basso rispetto alle aspettative dimostrando che il sentiment e le condizioni nel settore aziendale della zona euro torna a destare perplessità, contribuendo a far diminuire la forza dell'euro nei confronti del biglietto verde.

Stati Uniti

I segnali economici positivi visti nelle scorse settimane hanno indotto gli operatori a prevedere ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Primo tra tutti il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti all’inizio di febbraio che ha innescato il rimbalzo del dollaro, poi aiutato da una serie di altri dati economici forti.

Attesissima la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, dai quali si evince che quasi tutti i funzionari della Fed sarebbero favorevoli a una riduzione del ritmo dei rialzi dei tassi, pur segnalando che il contenimento dell’inflazione sia il “fattore chiave” nel determinare un ulteriore aumento dei tassi. L'impatto negativo che tale notizia avrebbe potuto avere è stato tuttavia contenuto dal fatto che giunge dopo una serie di indicatori macroeconomici pubblicati a febbraio, in particolare i dati sul mercato del lavoro, che hanno mostrato una performance solida dell’economia statunitense, il che garantisce alla Fed un margine di manovra più ampio per aumentare i tassi al fine di ridurre l’inflazione.

Oltre ai dati economici positivi visti nelle scorse settimane, buono anche il dato sulla richiesta di sussidi di disoccupazione inferiore rispetto alle aspettative e rispetto al dato precedente.

Conclusioni

Investitori e analisti sono in attesa delle prossime mosse delle banche centrali, in un contesto dove l’inflazione globale appare essere più “sticky” del previsto e dove il processo di disinflazione tende a rallentare, al netto della componente energetica già in calo. Il sentiment generale di mercato è ora orientato a individuare i punti di arrivo sul fronte tassi che via via si stanno facendo marginalmente più lontani.

Vediamo di seguito I dati princicpali che verranno pubblicati questa settimana:

Author

Marco Piga

Marco Piga

Regional Director, Sales and Dealing Italy

Marco è Regional Director di Corpay Italia. Vanta un’approfondita conoscenza dei mercati finanzari mondiali fondata su più di 15 anni di esperienza nel settore. Oltre a dirigere il team in Italia, gestisce e controlla attivamente le posizioni dei clienti.

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