Italy: La settimana nei mercati - 26 giugno 2023
La scorsa settimana ha visto proseguire la volatilità nei mercati, sopratutto in chiusura di settimana dove a seguito dell’intervento di Powell il Dollaro ha guadagnato rapidamente terreno.
Se la settimana precedente era la volta di Stati Uniti ed Europa, in quella passata abbiamo visto l’intervento sui tassi di Bank of England, Turchia, Svizzera e Norvegia. C’era molta attesa per l’intervento della BOE, la quale dopo un dato sull'inflazione ancora abbondantemente sopra l'8% ha incrementato i tassi di 50 bs, superando dunque le aspettative che vedevano un rialzo di 25 e portando i tassi al 5%.
Anche la Turchia procede con un incremento dei tassi nel tentativo di arginare l'inflazione che ha oramai raggiunto un livello pari al 40% e di evitare una continua svalutazione della lira. L'incremento è stato di ben 650 bs portanto il livello dei tassi da un 8,5% al 15%. Era da marzo 2021 che la banca centrale non muoveva i tassi e i mercati si attendevano un incremento ancora più marcato, aspettative che hanno influito negativamente nei confronti della lira comportando una svalutazione di circa il 2,5% nei confronti del dollaro USA subito dopo l'annuncio.
Procedono con degli incrementi dei tassi anche la Banca Nazionale Svizzera e la Norges Bank. Rispettivamente la BNS ha incrementato i tassi di soli 25 bs, un valore più basso di quanto si attendeva il mercato e la Norges Bank ha incrementato di 50 bs portando il tasso di riferimento al 3,75%.
Sul fronte geopolitico si seguono con attenzione gli sviluppi dello sfiorato golpe dei mercenari del Gruppo Wagner; per il momento i mercati sono in attesa sulla notizia, ma qualsiasi sviluppo potrebbe generare importante volatilità sopratutto sulla moneta unica. Ma vediamo in maggior dettaglio cosa sta muovendo i mercati.
STATI UNITI
La scorsa settimana ha visto l’importante intervento del numero uno della FED, Jerome Powell, il quale ha precisato la necessità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse per proseguire nella riduzione dell’inflazione. Precisa dunque che quella di giugno è stata solo una pausa, dovuta alla necessità da parte dell’ istituto centrale statunitense di raccogliere ulteriori informazioni sui dati sull’economia: ci saranno nuovi rialzi dei tassi, probabilmente già dalla prossima riunione di Luglio e secondo le aspettative sarebbero almento due.
Il numero uno della Fed ha infatti affermato che il mercato del lavoro è ancora resiliente, le previsoni sui prezzi sono ancora forti e per ridurre l’inflazione ancora troppo elevata sarà necessario un rallentamento dell’economia.
Sul fronte geopolitico la settimana è stata caratterizzata dall’incontro tra il leader cinese Xi Jinping ed il Segretario di Stato USA Antonhy Blinken. I due si sono incontrati a Pechino a margine di una visita di Blinken di due giorni nel paese del Dragone. L’obiettivo non troppo velato del viaggio era quello di allentare le tensioni tra i due Paesi dal momento che le relazioni diplomatiche sono al momento alquanto tese.
EUROPA
Per quanto riguarda l’Eurozona gli investitori si sono concentrati la scorsa settimana sulle dichiarazioni dei membri del consiglio direttivo della BCE che, almeno per il momento, appaiono allineati sulla volontà di voler rialzare i tassi a luglio, ma non su un ulteriore rialzo a Settembre.
Preoccupano i dati in contrazione dai settore di servizi e manifatturierio da parte delle maggiori economie europee: in Germania le stime flash PMI sono uscite in contrazione a 41 (settore manifatturierio) e 54,1 (settore di servizi), in Francia 48 per i servizi e 45,5 per il settore manifatturiero. Non bene il dato generale Europeo che marca per le stime flash 52,4 (servizi) e 43,6 (manifatturiero). Dati, che nella settimana passata, non hanno certo aiutato l’ Euro a contenere le vendite contro le divise maggiori.
Per questa settimana l’attenzione di investitori e analisti sarà concentrata sulla pubblicazione dei dati sull’inflazione.
CONCLUSIONI
I partecipanti dei mercati trovano difficoltà in questo momento nell’individuare un trend direzionale di fondo; per il momento i principali driver rimangono i dati su inflazione e occupazione, e le decisioni delle banche centrali. Eventuali shock esogeni, come ad esempio sviluppi nel conflitto Russo-Ucraino, potrebbero alimentare nuovi scossoni nei mercati e cambiare le attuali dinamiche. Nel frattempo permangono i timori degli investitori rispetto alla tenuta dell’economia europea, in particolare quella tedesca.
Calendario economico: