Italy: La settimana nei mercati - 24 ottobre 2022
La scorsa settimana il dollaro americano ha mostrato deboli segnali di cedimento: dopo essere giunto sui massimi di lungo periodo nel mese di settembre, ha ripiegato contro tutte le major ad eccezione della valuta nipponica. La coppia eurodollaro è ora tornata al di sopra della soglia di 0,98; contro le commodity e le valute AUD, CAD, NZD il biglietto verde ha registrato un movimento di ribasso riportando i cross a ridosso rispettivamente di 0.64, 1.36, 0.57.
Abbiamo invece assistito a un movimento opposto contro lo yen giapponese, che si è indebolito oltre 150 contro il dollaro USA, livello psicologico chiave, raggiungendo livelli che non si vedevano dall'agosto 1990. I dati hanno mostrato che l'inflazione giapponese ha raggiunto il massimo da otto anni a settembre e mettono una maggior pressione sulla Banca del Giappone che lotta per mantenere la sua posizione ultra - accomodante.
Oltremanica, la Premier britannica Liz Truss si è dimessa nel corso della settimana passata. Una decisione presa in seguito alle polemiche per l'incauta politica seguita dal suo Ministro delle Finanze, che aveva sorpreso i mercato con un maxi taglio fiscale da 150mld di sterline. Dopo aver rischiato di affondare la sterlina e i titoli governativi tanto da indurre la Bank of England ad intervenire con azioni straordinarie a mercato aperto a difesa della stabilità dei prezzi, il governo aveva già visto dimissioni da parte di Kwasi Kwarteng Ministro delle Finanze prima, e da Suella Braverman, ministro degli interni poi.
Non accenna a ridursi la volatilità sui mercati globali che manifestano una medesima narrativa ormai da lungo tempo: al centro dell’attenzione rimane l'incertezza legata alle prospettive di crescita soprattutto in Europa, le tensioni geopolitiche internazionali legate al conflitto Russo Ucraino, un’alta pressione inflattiva, prezzi delle commodity ancora alti. Questa settimana e la prossima grande attenzione alle mosse di politiche monetarie delle banche centrali che si riuniranno: abbiamo la Bank of Canada il 26 di ottobre, la BCE si riunirà il 27 ottobre, BOJ il 28 ottobre, la FED il 2 di novembre e la BOE il 3 Novembre.
Ma andiamo più in dettaglio:
Stati Uniti
L'attenzione di investitori analisti è rivolta alla prossima riunione della Federal Reserve che si terrà il due di novembre. Gli analisti stimano con una probabilità del 97.9% un ulteriore aumento del costo del denaro di 75 punti base portando così i tassi tra 3.75% e 4%.
Sebbene la scorsa settimana sia stata caratterizzata da un rallentamento delle pressioni rialziste sul dollaro, secondo gli analisti nel complesso le dinamiche macro US non sono cambiate e prosegue una narrativa che porta l'economia US ad avere aggregati macro solidi. La settimana ha visto il rilascio di dei dati del settore immobiliare usciti migliori del consensus e in linea con i dati precedenti. Da segnalare Empire State Manufacturing Index uscito in contrazione a 9.1 ad indicare la preoccupazioni del settore manifatturiero sulle condizioni di business nello stato di New York. Buoni i dati sui sussidi alla disoccupazione usciti in contrazioni a 214k ad indicare il buono stato di salute del mercato del lavoro statunitense.
Europa
Nella zona euro, come in gran parte del mondo, l’inflazione negli ultimi mesi è cresciuta a ritmo sostenuto, sulla scia del balzo dei prezzi dell’energia e dei problemi delle catene di approvvigionamento che, mentre stavano ancora riprendendosi dall’impatto del coronavirus, hanno dovuto assorbire l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina.
L’inflazione della zona euro per il mese di settembre si è rivelata leggermente più bassa di quanto stimato in precedenza.
L'Eurostat ha reso noto in settimana che i prezzi al consumo nei 19 paesi che condividono la moneta unica sono aumentati dell’1,2% su base mensile, un incremento del 9,9% su base annua, rivedendo al ribasso la precedente stima del 10% su base annua.
L’incremento dei prezzi dell’energia ha pesato per 4,19 punti percentuali sulla lettura totale su base annua, mentre gli alimentari hanno contribuito per 2,47 punti e i servizi per 1,80 punti. L’inflazione core, una misura che esclude i costi volatili dell’energia e degli alimentari non lavorati, è cresciuta dello 0,9% su base mensile, e del 6,0% su base annua.
Per combattere questi livelli di inflazione, cinque volte superiori all’obbiettivo del 2%, secondo un sondaggio Reuters, la Bce procederà con un ulteriore aumento di 75 punti base dei tassi di deposito e rifinanziamento nella riunione del 27 ottobre.
Regno Unito
Il pound è arrivato a guadagnare oltre l’1,4% contro USD in seguito alla decisione di Jeremy Hunt – nominato venerdì scorso dal primo ministro Liz Truss – di annullare gran parte dell’annunciata manovra da 45 miliardi di sterline che ha scatenato una turbolenza di mercato senza precedenti nelle scorse settimane, spingendo la divisa ai minimi storici e costringendo la Banca d’Inghilterra a intervenire.
Nella giornata di giovedì il primo ministro britannico Liz Truss ha presentato le sue dimissioni dopo soli 44 giorni in carica a seguito degli attacchi esterni e interni ricevuti nei giorni scorsi a causa dei piani fiscali annunciati e poi rivisti. "Non posso rispettare il mandato per cui sono stata eletta dal partito" ha detto l'ormai ex primo ministro davanti a Downing Street annunciando le dimissioni da leader. I possibili candidati per la leadership sono già noti ai conservatori che gli avevano esclusi solo poche settimane fa eleggendo proprio Liz Truss: Penny Mordaunt, Rishi Sunak (ex cancellerie dello scacchiere) e Ben Wallace (ministro della difesa) sono i tre candidati principali per Downing Street in attesa delle elezioni generali che sono previste per il 2024. A seguito della notizia la sterlina ha guadagnano terreno contro USD, EUR ed altre principali valute dopo aver vacillato a seguito dei dati sull'inflazione oltre le attese (10,1 vs 10).
Vediamo quali sono i dati principali in uscita questa settimana da tenere monitorati: