Italy: La settimana nei mercati - 24 Aprile 2023
Dopo il dato su inflazione USA e la pubblicazione dei verbali FOMC che hanno causato un forte indebolimento del Dollaro, la scorsa settimana abbiamo visto una minore volatilità nei mercati. L’attenzione di investitori e analisti rimane infatti focalizzata sulla prossima settimana, in cui avremo l’incontro per la decisione sui tassi sia di BCE che della FED.
Nel frattempo la scorsa settimana ha visto l'uscita dei dati sull'inflazione del Regno Unito, dove abbiamo assistito ad un decremento rispetto al mese precedente (10,1% vs 10,4%) ma comunque un valore maggiore rispetto alle aspettative che invece prevedevano un dato al 9,8%. Rimanendo sul fronte UK, male il dato sul tasso di disoccupazione, in aumento rispetto alle aspettative e al dato del mese precedente. Secondo alcuni potrebbero essere spinte al rialzo le previsioni sui tassi d’interesse, con una pressione sulla BoE per un ulteriore aumento di 25 punti a maggio così da portare i tassi al 4,5%
Andando in Asia, la People’s Bank of China ha mantenuto fermi ai minimi storici i tassi di riferimento lo scorso giovedì, mentre Pechino si muove per sostenere la crescita economica dopo il ritiro della maggior parte delle misure anti-COVID all’inizio di quest’anno. La mossa era attesa dagli analisti e segna l’ottavo mese consecutivo in cui la PBOC ha mantenuto i tassi ai minimi storici. Inoltre, i dati pubblicati all’inizio di questa settimana hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta più del previsto nel primo trimestre del 2023, grazie all’aumento dell’attività creditizia e dei consumi. Ciò è stato determinato in larga misura da condizioni monetarie ancora accomodanti e da una serie di misure di liquidità adottate dalla PBOC.
Si rinnova poi la debolezza dello Yen a seguito delle affermazioni del nuovo governatore di BOJ K.Ueda che pare intenda proseguire con la politica monetaria ultra accomodante della precedente leadership: Ueda ha segnalato che manterrà i capisaldi della linea già in atto: tassi negativi e controllo della curva. Investitori e analisti sono in attesa della prima riunione presieduta dal nuovo governatore che si avrà il 29 Aprile.
Ma vediamo in maggior dettaglio cosa sta muovendo i mercati:
Stati Uniti
Sul fatto che siamo arrivati quasi al termine degli aumenti da parte della Fed, gran parte degli operatori è ormai d’accordo, con i mercati che si stanno preparando per un ulteriore aumento dei tassi a maggio e sono invece in conflitto su una potenziale pausa a giugno.
La prossima domanda riguarda più che altro l’inizio dei tagli da parte della banca centrale; se Powell aveva affermato che non sono in programma per quest’anno, alcuni partecipanti dei mercati hanno una view diversa. Infatti i dati macro non particolarmente positivi aumentano le aspettative di recessione, con l’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione che mostra una contrazione nel mercato del lavoro e l’attivita manifatturiera in forte calo in determinate aree del paese. Potrebbe l’inizio di una recessione negli Stati Uniti nel 2023 contribuire alla debolezza del Dollaro nella seconda parte dell’anno, a seguito di un anticipo dei tagli da parte della FED?
Europa
Giovedì sono stati pubblicati anche i verbali dell’ultimo meeting dalla BCE. La maggioranza concordava per aumento di 50 bp come proposto dal capoeconomista Philip Lane. Dai verbali è emerso anche che “nell’attuale situazione di maggiore incertezza una decisione doveva essere presa con informazioni imperfette, dare seguito al preannunciato aumento dei tassi è stato ritenuto importante per infondere fiducia ed evitare di creare ulteriore incertezza nei mercati finanziari nonostante alcuni membri avrebbero preferito non aumentare i tassi di riferimento fino a quando le tensioni sui mercati finanziari non si fossero attenuate e condurre una rivalutazione globale della posizione alla prossima riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo, a maggio”.
Conclusioni
Secondo alcuni operatori, l'ottimismo sulla crescita economica dell'Eurozona, le aspettative di un ulteriore rialzo dei tassi d'interesse da parte della Banca Centrale Europea e il calo dei prezzi dell'energia possono ancora dare sostegno all'euro. Un’altra corrente di pensiero vede invece un indebolimento dell’euro da qui a 12 mesi, con l'inasprimento delle politiche e la possibile recessione americana che dovrebbero filtrare sempre più nell'economia dell'Eurozona con conseguenze anche sull’euro. Analisti e investitori restano dunque concentrati non solo sull’attività delle banche centrali, ma anche sull’andamento dell’economia e sui dati in uscita nelle prossime settimane.
Calendario economico;