Italy: La settimana nei mercati - 21 novembre 2022
Il dollaro americano la scorsa settimana ha consolidato il trend in deprezzamento, con il dollar index che ha registrato livelli che non si vedevano da agosto.
Gli analisti attribuiscono questo movimento principalmente alla riduzione delle aspettative sugli aumenti dei tassi da parte della FED, alla luce dei dati sull’inflazione usciti sotto le aspettative ad ottobre. Gli Overnight index swap mostrano ora un'aspettativa di rialzo dei tassi della Fed di 50 punti base a dicembre, in calo rispetto alla precedente attesa di rialzo dei tassi di 75 punti base.
Focalizzandoci sul cross EURUSD, abbiamo visto un leggero recupero del dollaro contro l’euro a partire da giovedi quando è stato publicato il dato sul'inflazione nell’ Eurozona che ad ottobre è stata rivista leggermente al ribasso al 10,6% su base annuale rispetto alla stima preliminare del 10,7%. Tuttavia, il dato risulta essere il più alto mai registrato e ben al di sopra dell'obiettivo del 2,0% fissato dal mandato della BCE, gli analisti non prevedono quindi un alleviamento della pressione sul board della Bce e sulla politica di aumento dei tassi, nonostante i timori per la crescita economica dei prossimi mesi. La Commissione europea, nonostante i dati positivi in merito a PIL, occupazione e produzione industriale, prevede una contrazione dell’economia nel quarto trimestre del 2022 e nei primi tre mesi del 2023 a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia e dell’aumento dei tassi di interesse, come rimarcato del Financial Stability Review pubblicato il 16 Novembre.
Concentrandoci ora sulla politica internazionale, il 15 e 16 Novebre si è svolto a Bali il G20. In questa occasione il leader cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si sono incontrati per un colloquio a lungo atteso, il primo tra i due leader da quando Biden è diventato presidente, che giunge nel momento in cui le relazioni tra i due Paesi sono ai minimi da decenni. Durante l’incontro, Xi ha esortato il leader statunitense ad astenersi da qualsiasi intromissione riguardo a Taiwan. Il governo democraticamente eletto dell’isola autogovernata respinge le rivendicazioni di sovranità di Pechino, che la considera parte inalienabile della Cina, mentre negli ultimi anni gli Stati Uniti sono stati spesso accusati dalla Cina di incoraggiare l’indipendenza di Taiwan.
Durante il G20, la maggior parte dei membri ha condannato con forza la guerra in Ucraina, evidenziando come stia causando immense sofferenze umane e aggravando le fragilità esistenti nell’economia globale. La guerra, che la Russia ha definito “un’operazione militare speciale”, ha messo in secondo piano il summit nonostante gli appelli dell’Indonesia, Paese ospitante, ad agire in modo congiunto per risolvere i problemi economici globali come l’inflazione e la sicurezza alimentare ed energetica.
Questo weekend abbiamo assistito a un preoccupante aumento della tensione con gli attacchi militari alla centrale nucleare Ucraina di Zaporizhzhia, attualmente occupata dai Russi. Mosca e Kiev si accusano vicendevolmente per gli attacchi. Attacchi che il capo dell’Agezia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha definito “deliberati e mirati”.
Andiamo ora ad analizzare più nel dettaglio la situazione in USA e nel Regno Unito.
Stati Uniti
La scorsa settimana, l’indice sulla divisa Usa ha perso il 4%, archiviando la peggiore settimana da oltre due anni e mezzo, dopo che i dati sui prezzi al consumo negli Usa relativi a ottobre si sono rivelati inferiori alle attese, alimentando aspettative che la Fed possa essere meno aggressiva nel procedere con i rialzi dei tassi. Tuttavia l’esponente dell’istituto centrale Christopher Waller ha messo in chiaro ieri che i dati sull’inflazione di ottobre sono “un unico dato” e che ne sono necessari altri per dimostrare che l’inflazione stia davvero scendendo.
Il mercato monetario statunitense prezza attualmente una chance del 93% di un rialzo Fed da 50 punti base in occasione del Fomc di metà dicembre e vede un picco dei tassi Usa intorno a 5% entro l’estate.
Secondo le proiezioni sulle midterm statunitensi, i Repubblicani hanno conquistato la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ponendo le basi per due anni di governo diviso, con i Democratici del Presidente Joe Biden che hanno mantenuto il controllo del Senato.
La sconfitta alla Camera dei rappresentanti toglierà a Biden parte del suo potere a Washington, anche se nei giorni scorsi si è congratulato con McCarthy e ha detto che lavorerà in modo trasversale per ottenere risultati.
La presidente della Camera Nancy Pelosi ha detto che i Democratici “continueranno a svolgere un ruolo di primo piano nel sostenere l’agenda del Presidente Biden, con una forte influenza sulla scarsa maggioranza repubblicana”.
Sul fronte internazionale, i repubblicani potrebbero cercare di ridurre gli aiuti militari ed economici degli Stati Uniti all’Ucraina.
Regno Unito
In Gran Bretagna il cosiddetto ‘Autumn Budget’, la legge di Bilancio, è stato reso noto giovedì. Il ministro delle Finanze britannico Jeremy Hunt ha detto che ridurre il debito è l’unica possibilità per far scendere l’inflazione e ha definito ulteriori misure per “rendere il Regno Unito il centro finanziario globale più innovativo, dinamico e competitivo del mondo”. La Gran Bretagna ha messo sul piatto nuove misure che prevedono di allentare i requisiti partimoniali per le compagnie assicurative, ridurre l’aliquota fiscale per le banche, e ha promesso di rivedere tutte le norme finanziarie dell’Unione europea.
L’uscita dall’Ue infatti consentirà alla Gran Bretagna di stabilire le proprie regole finanziarie e il Parlamento è già pronto ad approvare una legge che renderebbe i servizi e i mercati finanziari più competitivi. Il piano prevede un aumento delle imposte e tagli alla spesa pubblica che Hunt definisce necessari per far fronte a una recessione già avviata, in modo che il mercato si riprenda dalle turbolenze finanziarie nate dalla proposta di legge dell’ex premier Liz Truss. Il ministro delle Finanze britannico, Jeremy Hunt, ha specificato che il governo aumenterà la tassa sugli extra profitti delle società petrolifere e del gas e la estenderà alle aziende produttrici di energia, nel tentativo di raccogliere fondi per colmare un grave buco nelle finanze pubbliche.
Conclusioni
L’attenzioni degli analisti è concentrata sul dollaro americano, che sta riprendendo terreno rispetto ai livelli della scorsa settimana; ci si chiede dunque se il movimento visto negli ultimi dieci giorni possa consolidarsi e proseguire per il timore che la stretta monetaria possa rallentare la crescita economica, o se la solidita’ dell’economia statunitense rispetto agli altri paesi, accompagnata dall’avversione al rischio alimentata dal conflitto russo-ucraino, possano spingere il biglietto verde a ritrovare la sua forza.
Vediamo di seguito i principali dati in uscita questa settimana: