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Italy: La settimana nei mercati - 20 febbraio 2023

CalendarFebruary 20, 2023
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La settimana scorsa ha visto il mercato valutario premiare il dollaro americano sulla scia della pubblicazione di indici relativi a inflazione e consumi superiori alla attese, nonché dati che ribadiscono la solidità del mercato del lavoro statunitense. Analisti e investitori sembrano quindi aspettarsi che il ciclo di rialzo dei tassi non sia finito e che un cambio di direzione della politica monetaria della FED sia al momento lontano.

Nel Vecchio Continente il focus è stato sul discorso della presidente BCE Lagarde al Parlamento Europeo, la quale ha affermato che “la crescita dell'Eurozona è rallentata nel quarto trimestre del 2022”, raggiungendo però un risultato in linea con le attese: gli effetti economici negativi del conflitto russo - ucraino sono stati in parte compensati dal miglioramento delle condizioni di approvvigionamento e dal sostegno fiscale concesso dai governi.

Nel Regno Unito Il tasso di inflazione ha rallentato per il terzo mese consecutivo. Stando ai dati dell’Ufficio nazionale di statistica inglese resi noti mercoledì, i prezzi al consumo sono aumentati del 10,1% a Gennaio rispetto all’anno precedente, lasciandosi alle spalle il massimo degli ultimi 41 anni raggiunto lo scorso ottobre quando l’aumento dei prezzi aveva toccato il livello dell’11,1%.

In Giappone Kazuo Ueda è stato nominato nuovo governatore della BoJ, si insedierà il prossimo Aprile prendendo il posto di Kuroda. Il neo governatore Ueda avrà il compito di guidare la banca centrale giapponese in un momento cruciale su più fronti. Il tasso di inflazione è salito ben oltre il target del Paese, tuttavia questo dato è ancora visto in modo positivo, vista la lunga lotta di Tokyo per sostenere un’inflazione positiva. La Bank of Japan contemporaneamente è alle prese con le distorsioni del suo mercato obbligazionario sovrano: la banca centrale possiede oggi la metà dell’intero stock di titoli di stato del Paese.

Intanto le tensioni tra Cina e Stati Uniti proseguono in conseguenza dell’abbattimento dei palloni spia della settimana scorsa. Proprio quando sembrava che la Cina e gli Stati Uniti stessero abbandonando la saga sul pallone spia abbattuto in Texas, Pechino ha avvertito che intende reagire contro gli Stati Uniti per aver fatto abbattere il velivolo. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha ribadito che il pallone ha inavvertitamente sorvolato gli Usa dopo essere stato portato fuori rotta, criticando la decisione dell'amministrazione Biden di eliminarlo.

Europa

La crescita del Prodotto interno lordo della zona euro è rallentata negli ultimi tre mesi del 2022, rimandendo comunque in territorio positivo; anche l’occupazione è aumentata più del previsto, evidenziando la tenuta del mercato del lavoro. Eurostat ha confermato che il Pil dei Paesi della zona euro alla fine del 2022 è cresciuto dello 0,1% su base trimestrale, con un aumento dell’1,9% su base annua. Questo dato è in linea con la stima preliminare del 31 gennaio, che mostrava come la zona euro avesse evitato la recessione tecnica prevista in precedenza. Una stima flash dell’occupazione ha mostrato che il numero di occupati nella zona euro è aumentato dello 0,4% su trimestre, due volte più di quanto previsto dagli economisti intervistati da Reuters, nonostante il rallentamento della crescita economica. Su base annua, la crescita dell’occupazione è stata dell’1,5% negli ultimi tre mesi del 2022, ha comunicato Eurostat.

Gabriel Makhlouf, del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, ha affermato che la Bce potrebbe portare i tassi oltre il 3,5% e che probabilmente non li taglierà di nuovo quest’anno, nel tentativo di riportare l’inflazione all’interno del target.

Le pressioni inflazionistiche della zona euro rimangono elevate e gli analisti si aspettano che la BCE continuerà ad aumentare i tassi di interesse per smorzare la dinamica dei prezzi sottostante. Ha dato indicazioni in tal senso anche la presidente della Bce Christine Lagarde, che nel suo discorso di mercoledì al Parlamento Europeo ha focalizzato l’attenzione sull’inflazione e sugli sforzi per contenerla.

Stati Uniti

Martedì 14 Febbraio è stato pubblicato l’atteso dato su inflazione USA (indice CPI) di gennaio che si è attestato al +6.4% su base annuale, superiore al +6.2% previsto. Su base mensile, il dato ha segnato un rialzo dello 0.5%, superiore al +0.4% atteso, e in crescita rispetto al periodo precedente dello 0.1%. L’inflazione core, che esclude le categorie di beni più volatili come cibo ed energia, è salita su base annua del 5.6%, rallentando rispetto al +5.7% di dicembre, ma meno del previsto +5.5%.

Anche le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate più delle attese secondo il dato comunicato dell’US Census Bereau che avevano stimato un incremento dell’1.8% contro una variazione positiva del 3% su base mensile registata nel mese di gennaio.

Venerdì è stato inoltre pubblicato l’indice dei prezzi alla produzione relativo al mese di gennaio che è salito del 6% su base annua, in rallentamento rispetto al +6,2% di dicembre, ma decisamente oltre le stime di un incremento del 5,4%. Il mercato del lavoro intanto continua a dimostrarsi solido, Il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è sceso di mille unità a 194 mila nell’ultima settimana.

Da segnalare inoltre la notizia che Goldman Sachs ha tagliato le stime sulle possibilità di recessione degli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi al 25%, dal 35%. L’attenzione di analisti ed investitori in primis è rivolta alle prossime mosse della banca centrale americana con un sentiment generale di mercato che sembra aver dedotto, soprattutto dagli ultimi dati di questo febbraio, che il ciclo di rialzo dei tassi è tutt’altro che finito e che rimarranno alti per un periodo di tempo piu’ lungo del previsto: il mercato al momento sconta un ulteriore rialzo di 50 punti, verosimilmente già durante le riunioni di di marzo e maggio. Sebbene i dati pubblicati in settimana abbiano dato prova che “c’è ancora tanto lavoro da fare per riportare l’inflazione a target del 2%” (Cit. Powell) questa settimana sono state le parole di Bullard ad innescare i nuovi movimenti pro dollaro: nella giornata di giovedì infatti il funzionario della FED ha dichiarato di aver votato a favore di un rialzo di 50 bp nell’ultima riunione, in modo da poter raggiungere più rapidamente un livello adeguatamente restrittivo. Lo stesso banchiere ha poi dichiarato di vedere un pivot dei tassi intorno al 5.5%.

Conclusioni

La direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha detto che i mercati finanziari hanno buone ragioni per essere più ottimisti, sottolineando che l’economia statunitense potrebbe evitare la recessione e ricordando che la Cina ha riaperto dopo le restrizioni contro la pandemia. Per Georgieva, tra i fattori positivi figurano la tenuta dei mercati del lavoro degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, la riapertura della Cina e “i risultati sorprendentemente buoni dell’inasprimento delle condizioni finanziarie da parte delle banche centrali e l’inflazione che si è finalmente ridotta, anche se la battaglia non è ancora vinta”.

Di seguito i principali dati in uscita questa settimana:

Author

Marco Piga

Marco Piga

Regional Director, Sales and Dealing Italy

Marco è Regional Director di Corpay Italia. Vanta un’approfondita conoscenza dei mercati finanzari mondiali fondata su più di 15 anni di esperienza nel settore. Oltre a dirigere il team in Italia, gestisce e controlla attivamente le posizioni dei clienti.

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