Italy: La settimana nei mercati - 19 Maggio 2025
INTRODUZIONE
Settimana densa di spunti sia macroeconomici che geopolitici, dominata dalla tregua commerciale di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina, annunciata il 12 maggio a Ginevra. L’accordo ha temporaneamente ridotto bilateralmente i dazi, favorendo un ritorno al sentiment “risk on” nei mercati con un rimbalzo degli asset di rischio. Tuttavia, l’euforia si è rapidamente attenuata: l’intesa ha un orizzonte limitato e non affronta le cause strutturali del conflitto commerciale, lasciando intatto un elevato rischio di volatilità.
In questo contesto, i mercati hanno rapidamente spostato il focus sulle banche centrali. Negli Stati Uniti, Powell ha dichiarato che la Fed dovrà “rivalutare il proprio approccio” alla luce di mutamenti strutturali nell’economia, prevedendo tassi alti più a lungo per contenere shock di offerta. Parallelamente, i dati macro hanno rafforzato le aspettative di una posizione più cauta: inflazione e prezzi alla produzione in rallentamento, consumi in calo e produzione industriale stagnante. Dal punto di vista geopolitoco da sottolineare anche gli importanti accordi d’investimento siglati durante il viaggio di Trump in medio-oriente con Arabia Saudita e Qatar.
In Europa, i dati continuano a mostrare segnali di resilienza, ma anche fragilità sottostante: produzione industriale in rialzo, fiducia ZEW in miglioramento, ma revisione al ribasso del PIL del Q1 e rischio dazi ancora sul tavolo.
A deludere è stato il Giappone, con una contrazione del PIL dello 0,2% nel primo trimestre, peggiore delle attese (-0,1%). Il rallentamento è attribuibile a una domanda interna fiacca, a una riduzione della spesa pubblica e a un contributo negativo delle esportazioni nette, penalizzate dalle tensioni commerciali e dalla domanda in frenata dei principali partner asiatici.
STATI UNITI
L’inflazione di aprile è scesa allo +0,2% m/m e del +2,3% a/a, al di sotto delle attese.
Il PPI (indice dei prezzi alla produzione) ha registrato un calo inaspettato di -0,4% m/m, primo segno negativo dal 2023, trainato dai servizi.
Le vendite al dettaglio sono cresciute solo dello 0,1%, ben al di sotto del +1,7% di marzo. Segnali di rallentamento nei consumi.
La produzione industriale è rimasta invariata, deludendo le attese di +0,2%. Il manifatturiero segna -0,4%, penalizzato dal calo nella produzione auto (-1,9%).
Powell ha affermato che “l’economia è cambiata dal 2020” e che l’approccio alla politica monetaria verrà riesaminato.
EUROPA
Il PIL del Q1 è stato rivisto al ribasso a +0,3% t/t (+1,2% a/a), confermando una crescita modesta.
L’indice ZEW sul sentiment economico è salito a +25,2 in Germania (da -14) e a +11,6 per l’Eurozona, segnalando un miglioramento nella fiducia, soprattutto nei settori export-oriented.
La produzione industriale di marzo è cresciuta del +2,6% m/m, battendo le attese (+1,9%) e consolidando il trend positivo del Q1.
L’inflazione in Germania si è attestata a +2,1% a/a, stabile ma ancora influenzata da dinamiche settoriali (energia in calo, alimentari in aumento).
Joachim Nagel (Bundesbank) ha lanciato un allarme: “I dazi USA hanno portato i mercati finanziari vicini al collasso”. Suggerita maggiore attenzione alla stabilità sistemica.
Luis de Guindos (BCE) ha ribadito che le banche europee restano solide, ma ha riconosciuto rischi elevati su crescita e mercati, legati alla volatilità e alla politica commerciale.
CONCLUSIONI
La settimana appena trascorsa evidenzia come l’apparente tregua commerciale USA-Cina e i dati macroeconomici abbiano generato più domande che risposte. Se da un lato la tregua ha alimentato un rally momentaneo degli asset di rischio, dall’altro ha spostato l’attenzione sulle debolezze strutturali dell’economia globale e sulle reazioni, ancora frammentate, delle banche centrali.
Negli Stati Uniti, i segnali di rallentamento macroeconomico e l’atteggiamento della Fed suggeriscono una fase di incertezza sulle politiche monetarie sará ancora prolungata. In Europa, la crescita tiene ma resta vulnerabile agli sviluppi esterni, in particolare ai futuri scenari tariffari e alla fragilità della domanda globale.
Le prossime settimane rimangono decisive: l’attenzione resta puntata sulle prossime mosse della Fed, sulla tenuta della ripresa europea e su eventuali sviluppi nei negoziati commerciali multilaterali. Questa settimana da monitorare i dati sull’inflazione di Aprile e i PMI in Europa, richieste di sussidi e PMI negli Stati Uniti e dati sull’inflazione nel Regno Unito.
Calendario Economico:
