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Italy: La settimana nei mercati - 19 giugno 2023

CalendarJune 19, 2023
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La settimana scorsa è stata caratterizzata dalle riunioni della Fed e della BCE che si sono espresse riguardo alle decisioni di politica monetaria: mentre la FED ha optato per una pausa sul percorso del rialzo di tassi dopo 10 rialzi in 15 mesi, la BCE ha ritoccato verso l’alto di 25 punti il costo del denaro.

Nel frattempo la People's Bank of China ha stupito i mercati intervenendo martedì con un taglio di 10 punti base dei tassi a 7 giorni per poi procedere giovedì anche col taglio dei tassi a un anno. Le decisioni sono state prese in un contesto di crescita anemica, con il dato sulla produzione industriale a maggio che si è rivelato in crescita del +3,5% annuo, sotto le previsioni e in deciso calo rispetto al mese precedente.

La Bank of Japan invece continua a mantenere i tassi di interesse in territorio negativo, confermando le aspettative dei mercati. Il nuovo governatore Kazuo Ueda, in carica da circa 2 mesi, continua a mantenere un atteggiamento dovish, anche perchè l'inflazione al consumo giapponese pare abbia iniziato una timida decrescita in base ai dati dei mesi precedenti. La BoJ ha inoltre previsto un "certo rafforzamento dell'economia giapponese", segnalando un miglioramento "moderato" verso la metà del 2023, con l'economia che ci si aspetta cresca a un ritmo "superiore al suo tasso di crescita potenziale".

Questa settimana sarà la volta della BoE e le attese di mercato sono per un rialzo dei tassi, anche sulla scia del dato sul Pil uscito la scorsa settimana e che ci ha mostrato un segnale di ripresa sul Prodotto interno lordo del mese di aprile rispetto ai due mesi precedenti.

Approfondiamo ora la situazione negli Stati Uniti e in Europa.

Stati Uniti

L’evento più atteso della settimana appena conclusa è stato la riunione della banca centrale americana, preceduta dal dato sull’inflazione statunitense. Per la prima volta dopo 15 mesi di strette monetarie e una serie di 10 rialzi consecutivi, la Federal Reserve si è concessa una pausa nel rialzo dei tassi, lasciandoli invariati all’interno del range 5% - 5,25%.

La decisione è stata presa all'unanimità da tutti i membri del Fomc ritenendo però che altri rialzi dei tassi potrebbero essere necessari entro la fine dell’anno e forse già dalla prossima riunione di Luglio. Jerome Powell nella tradizionale conferenza stampa che ha seguito l’annuncio della decisione, ha infatti precisato che il FOMC valuterà se dovessero servire ulteriori aumenti dei tassi in futuro in base agli effetti dei rialzi già effettuati, lasciando aperto l’interrogativo su quali saranno le future mosse del FOMC.

La Banca centrale Usa rivede inoltre al rialzo le previsioni di crescita economica per il 2023 ma lima al ribasso quelle dei due anni successivi. Al tempo stesso riduce l’attesa di inflazione per l’anno in corso al 3.2% e ribadisce la proiezione sul 2024 al 2.5% e quella del 2025 al 2.1%.

Gli indicatori recenti sull’economia suggeriscono che questa continua a crescere, seppur a un ritmo modesto, con il tasso di disoccupazione uscito sotto le aspettative. Nel frattempo i dati sull’inflazione hanno mostrato a maggio un rallentamento oltre il previsto portandosi su base annua al 4%.

Europa

La scorsa settimana è stato pubblicato il dato sull’inflazione in Germania che, su base annua, è stata confermata al 6,1%, mentre la produzione industriale dell’eurozona ha fatto registrare un incremento dell’1% su base mensile, in linea con le aspettative di mercato.

Il focus della settimana era tutto per la giornata di giovedì dove Christine Lagarde, presidente della Bce, nella consueta conferenza stampa ha fatto sapere che sarà molto probabile un nuovo rialzo dei tassi a luglio aggiungendo che l’economia in generale dell’Eurozona si trova in una fase “stagnante” e che le prospettive nel breve termine povrebbero restare deboli. L’intervento della Lagarde ha fatto seguito alla decisione, ampiamente prevista, di rialzare i tassi di interesse di 25 punti base portando il tasso al 4%. Nel comunicato si è sottolineato come l’inflazione si sia rilevata in calo ma, si teme, resterà alta ancora per lungo tempo.

Conclusioni

Alla dinamica di avversione al rischio che è stata preponderante nelle scorse settimane e ha portato a un rafforzamento del dollaro, si è contrapposta questa settimana la forza dell’euro, spinta anche dalla divergenza nelle decisioni di politica monetaria. Analisti e investitori si domandano ora se questo ampio movimento che ha riportato EUR-USD a riaffacciarsi verso l’area 1.1000 sia solo una fiammata di breve o l’inizio di una trend di recupero dell’euro.

Il percorso di crescita intrapreso in Eurozona rimane però incerto, con rallentamenti dei principali indicatori e l’attuale recessione tecnica; al contempo gli attori del mercato guardano con attenzione lo sviluppo delle tensioni geopolitiche.


Calendario economico:


Author

Marco Piga

Marco Piga

Regional Director, Sales and Dealing Italy

Marco è Regional Director di Corpay Italia. Vanta un’approfondita conoscenza dei mercati finanzari mondiali fondata su più di 15 anni di esperienza nel settore. Oltre a dirigere il team in Italia, gestisce e controlla attivamente le posizioni dei clienti.

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