Italy: La settimana nei mercati - 17 luglio 2023
Settimana molto movimentata nel mercato dei cambi, con protagonista il dollaro americano che ha perso terreno contro tutte le principali divise assestandosi contro euro in area 1.1230, livelli che non si vedevano da febbraio 2022.
I dati sull’inflazione americana, usciti in discesa e inferiori alle aspettative, hanno supportato l’idea che potremmo vedere presto un allentamento nella politica monetaria restrittiva della FED e i dati positivi riguardo il mercato del lavoro non hanno scalfito questa convinzione. A seguito della volatilità generata la scorsa settimana dal dato inflazione USA, grande attanzione viene rivolta al dato inflazione EU in uscita mercoledi 19. In Europa gli analisti sono allineati sul fatto che la Banca centrale alzerà il costo del denaro a fine luglio, per poi prendere le successive decisioni in base ai dati macro.
Per quanto riguarda il Regno Unito, gli operatori si aspettano ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte di Banca d'Inghilterra per via dell’inflazione che sta correndo ai livelli più alti di qualsiasi altra grande economia. Saranno importanti dunque i dati sull’inflazione UK in uscita questa settimana, mercoledi 19. Per quanto riguarda la disoccupazione le richieste di sussidi sono aumentate, in aumento anche il tasso di disoccupazione, al 4%, al di sopra delle aspettative degli analisti.
Sul fronte geopolitico da segnalare la visita del presidente Biden in Gran Bretagna per incontrare il primo ministro britannico Rishi Sunak e re Carlo III al castello di Windsor. Biden ha dichiarando che i rapporti tra Washington e Londra sono solidi come una roccia e il tema della guerra in Ucraina è stato al centro del colloquio a Downing street. Si tratta del quinto faccia a faccia in 5 mesi fra i leader dei due Paesi che hanno fornito il maggior quantitativo di aiuti militari a Kiev per fronteggiare la Russia. Il viaggio è proseguito verso la Lituania per partecipare al summit Nato di Vilnius, un nuovo test sull'unità degli alleati, che rischia di essere minata dalle divisioni sul percorso d'ingresso di Kiev nell'Alleanza e dal veto di Turchia e Ungheria all'entrata della Svezia.
Stati Uniti
Il dato più atteso della settimana è stato senza dubbio quello di Mercoledì scorso dove l’attenzione era puntata sul report inflazione Usa di giugno uscito al 3%, al di sotto delle attese. Gli analisti a questo punto ritengono che la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve, con dieci ritocchi al rialzo dei tassi fino allo scorso giugno, stia dando i propri frutti e al momento si attendono che la FED alzerà a luglio i tassi di interesse di 25 bps, come anticipato dal presidente Powell, ma se il trend di rallentamento inflazione dovesse confermarsi quello di Luglio potrebbe essere l’ultimo rialzo dell’anno.
Gli analisti sostengono che la Banca centrale statunitense possa iniziare il taglio dei tassi già all’inizio del 2024. A conferma del dato sull’inflazione al consumo quello dell’indice dei prezzi alla produzione uscito anch’esso sotto le previsioni mentre per quanto riguarda il mercato del lavoro hanno sorpreso al ribasso le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione confermando che il mercato del lavoro si mantiene solido e resiliente.
Europa
ll tasso di inflazione in Germania si è attestato a +6,4% a giugno, dunque nuovamente in aumento dopo aver rallentato per tre mesi consecutivi. Segni di represa dall’industria italiana, la quale mostra un indice sulla produzione in aumento dell’1,6% in contrasto con le aspettative più conservative.
Allargando il discorso all’Eurozona, la produzione industriale ha fatto registrare a maggio un calo dello 0,2% rispetto ad aprile quando si era registrato un +1% rispetto a marzo.
Durante la seduta di giovedì sono state pubblicati i verbali della riunione del 14 e 15 giugno dove i membri del consiglio della Bce erano concordi su un possibile nuovo aumento dei tassi ma, allo stesso tempo, sul fatto di essere pronti ad interrompere l’aumento qualora richiesto dai dati e dalle analisi.
Conclusioni
L’attenzione di analisti e operatori di mercato è al momento focalizzata sulle mosse di politica monetaria delle banche centrali e i dati su crescita economica, mercato del lavoro e inflazione vengono monitorati attentamente in cerca di spunti per predire le decisioni che verranno prese nelle prossime riunioni. Abbiamo visto la scorsa settimana un forte indebolimento del dollaro contro le principali divise e dovremo ora capire se è l’inizio di un nuovo trend o si tratta di una fiammata destinata a rientrare in tempi brevi.
Calendario economico: