Italy: La settimana nei mercati - 14 Luglio 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena trascorsa ha confermato un mercato in “modalità risk-on”. Mercati azionari e cryptovalute ai massimi e un dollaro che parrebbe aver temporaneamente cambiato trend rispetto alle settimane precedenti scambiando in area 1.1650 / 1.1750, in un contesto in cui l’ombra delle tariffe rimane ingombrante a abbiamo segnali contrastanti dai verbali del FOMC. Nella scorsa settimana Washington ha infatti annunciato dazi al 50 %, sulle importazioni di rame e sulle importazioni dal Brasile e misure tra il 20 % e il 30 % verso altri sette Paesi. Sempre sul fronte commerciale il 9 luglio ha segnato la scadenza della pausa sulle tariffe verso l’UE, tuttavia questa pausa e’ stata prorogata fino al primo di Agosto, ma nel weekend e’ arrivata la conferma dei dazi al 30% sull’import dall’Unione Europea. Viste le fiacche reazioni, i mercati parrebbero pesare meno queste mosse, che forse vengono interpretate più come leva negoziale che come cambio permanente delle regole commerciali.
Parallelamente, i verbali del FOMC di metà giugno hanno sottolineato un ampio dibattito interno rispetto all’effetto dei dazi sull’inflazione, portando la Fed a rinviare ogni decisione su ulteriori tagli dei tassi almeno fino a settembre, in attesa dei prossimi dati macro. La Fed ora si aspetta un’economia più fiacca e un’inflazione un po’ più tenace nel 2025-26: disoccupazione in lieve aumento, crescita del PIL in frenata e PCE e inflazione ritoccata al rialzo. Di conseguenza, sette membri del FOMC, in aumento rispetto ai quattro di marzo, non vedono tagli fino all’anno prossimo, segnale di un orientamento più restrittivo rispetto al passato. I mercati restano scettici: attribuiscono solo un 6 % di probabilità a tassi invariati per tutto il 2025 e puntano sul primo taglio a settembre.
In Europa, il quadro resta governato da una politica monetaria orientata dai dati, con la BCE pronta a calibrare le sue scelte in funzione delle prossime letture economiche e dell’impatto delle misure protezionistiche statunitensi sui costi di produzione e sulla fiducia delle imprese.
Per concludere, un accenno sulla Royal Bank of Australia e sulla Royal Bank of New Zeland che hanno lasciato invariati i tassi.
STATI UNITI
Tariffe commerciali: dazi al 50 % su rame e tra il 20 % e il 30 % su Libia, Iraq, Algeria, Brunei, Moldavia, Filippine e Sri Lanka. Dazi al 30% su UE a partire dal 1 agosto.
Verbali del FOMC: divisione tra chi reputa i dazi shock temporanei e chi ne teme effetti inflazionistici duraturi; tutti concordi nel rimandare i tagli dei tassi a dopo l’estate, in base ai dati in arrivo.
Richieste iniziali di sussidi scese a 227.000 (–4.000 rispetto alla settimana precedente); la media mobile a quattro settimane resta stabile, segnale di un mercato del lavoro solido nonostante qualche segnale di cedimento strutturale .
NFIB Small Business Optimism: l’indice è calato a 98,6, riflettendo un aumento delle scorte e timori per l’ambiente fiscale.
Credito al consumo: rallentamento netto, con un aumento di soli 5,1 mld $ a giugno, contro i 17,9 mld $ di maggio, a indicare un recente rallentamento nella spesa delle famiglie.
EUROPA
A maggio la produzione industriale tedesca è cresciuta dell’1,2%, battendo sia il -1,6% di aprile sia il -0,6% stimato dagli economisti.
Philip Lane, capo economista della BCE, ha ribadito che in un quadro ancora incerto le scelte di politica monetaria resteranno pienamente guidate dai dati su crescita e inflazione, senza percorsi prestabiliti.
Il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha auspicato una stabilizzazione dell’euro per non ostacolare ulteriormente la crescita, pur senza indicare un livello obiettivo da difendere.
In Germania l’inflazione di giugno si è attestata al 2,0%, leggermente sotto il 2,1% di maggio; su base mensile non si registrano variazioni, in linea con le attese (dopo il +0,1% di maggio).
CONCLUSIONI
Guardando avanti, la direzione dei mercati continua ad essere guidata da una forte incertezza, con politiche commerciali che continuano a cambiare e con le divisioni all’interno del FOMC sulle future decisioni della FED che aumentano l’incertezza. In Europa, invece, saranno i PMI estesi di luglio e i prossimi aggiornamenti sull’inflazione e sul mercato del lavoro a fornire indicazioni sulle dinamiche economiche reali, mentre gli operatori continueranno a monitorare con attenzione ogni sviluppo sui negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Questa settimana, sul fronte macroecomico gli operatori si concentreranno principalmente sui dati di Giugno dell’inflazione in Europa, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, tuttavia continueranno a monitorare ogni nuova informazione proveniente da Washington sul tema dazi e possibili sviluppi sul fronte geopolitico.
Calendario Economico:
