Italy: La settimana nei mercati - 12 Dicembre 2022
La scorsa settimana ha visto proseguire il recupero della moneta unica contro il Dollaro, con i mercati in attesa dei dati in uscita questa settimana.
Infatti avremo non solo la pubblicazione dei dati su inflazione in Europa, USA e UK, ma anche le decisioni delle banche centrali Americana, Inglese ed Europea rispetto ai tassi di intesse. L’euro per il momento sembra aver ripreso forza, dopo un anno di sofferenza che ha visto il Dollaro beneficiare sia della sua natura di valuta rifugio, sia della politica di aumento tassi che ha portato una forte attrazione di flussi di capitale dall’estero. Ci si domanda quindi se tale inversione di tendenza sia o meno temporanea; i principali market mover restano inflazione, politica monetaria e aspettative di recessione, dunque questa sara una settimana particolarmente importante per i mercati.
La recessione in USA/EU porterebbe un rallentamento anche nell’economia cinese – gia in difficolta per le chiusure Covid - per una sua diminuzione dell’export vs queste due aree geografiche. Guardando invece i paesi emergenti, in particolare sudamerica, nonostante la performance economica sia stata superiore alle attese per quest’anno, preoccupa il peso del debito denominato in dollari USA.
Ma vediamo in maggior dettaglio quali sono le aspettative per gli eventi della settimana.
Stati Uniti
Secondo buona parte degli analisti, la riunione del FOMC del 13-14 dicembre dovrebbe concludersi con un rialzo di 50 punti base, dopo quattro incrementi consecutivi di 75pb e tassi al 4,5%. Il focus sarà sulla successiva conferenza stampa di Powell con l’aggiornamento delle proiezioni economiche: il sentiero dei tassi dipendera’ anche dai dati sull’inflazione in uscita domani e dalle dinamiche dell’occupazione.
Nonostante gli ultimi dati su inflazione CPI siano usciti al di sotto delle aspettative e questo abbia portato alcuni ad anticipare un rialzo meno aggressivo da parte della Fed, e’ pur vero che siamo ancora molto lontani dall’obiettivo 2%. Inoltre i dati PPI di scorsa settimana hanno visto un rafforzamento allo 0.3% (consensus 0.2%). Le aspettative dunque sono di un ulteriore rialzo di 50 bp a febbraio e 25 bp a marzo.
Con l’obiettivo di contenere l’inflazione, le aspettative sono di una recessione negli USA generata principalmente dalla politica monetaria restrittiva e un rientro graduale dell’inflazione al 2% nel 2024, per poi iniziaer con tagli dei tassi graduali da 25 bp. L’attenzione sara’ rivolta a comprendere come verrà determinato il picco sui tassi, quando sara’, quanto durerà la pausa una volta raggiunto il livello “sufficientemente restrittivo” per riportare la pressione inflattiva a target del 2% e quanto costera’ in termini di crescita.
Europa
Il 15 dicembre si terra’ ultima riunione dell’anno per la BCE, per cui le aspettattive sono di un rialzo dei tassi di 50 punti base portando cosi’ il costo del denaro al 2.5%. Gli operatori hanno ridimensionato le proprie attese (si pensava a un rialzo di 75 bp) in scia ai segnali di rallentamento della stretta monetaria della Fed ed ai dati in calo su prezzi al consumo e prezzi alla produzione. Grandi le attese per comprendere tempistiche e processi che guideranno il Quantitative Tightening ed il ridimensionamento del protafoglio titoli della Banca Centrale.
In Europa la situazione e’ piu complessa rispetto agli Stati Uniti per via anche dello shock della crisi energetica; il motore trainante dell’Europa, la Germania, potrebbe entrare in crisi finche la questione energia non sara risolta. La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, ha affermato che la situazione è «instabile» a causa degli shock concomitanti legati a guerra in Ucraina, pandemia e crisi energetica e questo «pone rischi notevoli alla stabilità finanziaria in Europa», rischi che sono «accresciuti da prospettive economiche che si indeboliscono». La Commissione Europea ha previsto che l'economia della zona euro si contrarrà nel quarto trimestre di quest’anno e nei primi tre mesi del 2023 a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia e dell'aumento dei tassi di interesse, che minano la spesa, la capacità di elargire prestiti e la fiducia.
Nonostante i timori di recessione, la BCE ovra proseguire decisa con la sua politica restrittiva “per assicurare che l’inflazione elevata non si consolidi e che torni al 2% nel medio termine”.
Conclusioni
In questo momento abbiamo numerosi elementi di incertezza nei mercati, con gli investitori concentrati non solo su inflazione e aumento dei tassi, ma anche su crisi energetica, recessione e anticipo del taglio dei tassi nel 2024.
Secondo alcuni l’attuale scenario globale potrebbe portare gli analisti a vedere un perdurare della forza del dollaro nel breve termine che possibilmente potrebbe proseguire nel 2023. Lo scenario potrebbe cambiare qualora vedessimo l’inflazione ridursi piu velocemente del previsto, o se dovessero esservi cambiamenti improvvisi nella crisi energetica.
Vediamo ora quali sono i dati principali in uscita questa settimana: