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Italy: La settimana nei mercati - 10 ottobre 2022

CalendarOctober 10, 2022
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Settimana interlocutoria sul mercato dei cambi dopo che la settimana precedente il dollaro ha toccato massimi di lungo periodo contro tutte le major; abbiamo visto EURUSD sfiorare la parità per poi chiudere la settimana sotto 0.98, dopo l’uscita venerdì di dati sul mercato del lavoro solidi e migliori delle aspettative. Da segnalare movimenti interessanti della sterlina: la settimana è iniziata con la retromarcia della Gran Bretagna sull'abolizione dell'aliquota fiscale massima del 45%. Dopo la comunicazione della notizia la sterlina ha raggiunto il massimo da dieci giorni contro dollaro americano per poi ritracciare nuovamente.

L'incertezza sulle prospettive di crescita rimane al centro delle preoccupazioni di investitori, analisti e delle maggiori istituzioni. Questa volta l’allarme arriva dal fondo monetario internazionale: la direttrice generale Kristalina Georgieva dipinge un quadro cupo sulle aspettative globali future sottolineando che i rischi di recessione stanno aumentando. Ha preannunciato che nel World Economic Outlook della prossima settimana, ci sarà un nuovo taglio per il prossimo anno dopo che le proiezioni sono già state tagliate tre volte nel 2022, portandole al 3,2% per il 2022 e al 2,9% per il 2023.

In Europa, settembre si lascia alle spalle dati preoccupanti: le indagini presso le imprese e fiducia dei consumatori sono ulteriormente scese in territorio recessivo a causa del calo della crescita dei posti di lavoro e del rallentamento della spesa al dettaglio. I prezzi del gas e dell'elettricità sono leggermente al di sotto degli ultimi picchi e rimangono stabilmente alti. Oltre alle misure precedenti, i paesi dell'UE hanno concordato una riduzione obbligatoria del 5% dei picchi di consumo di elettricità e nonostante gli intensi negoziati non è stato ancora raggiunto un accordo su un tetto massimo del prezzo del gas: sul tavolo attualmente la proposta di un tetto massimo dinamico sui prezzi delle forniture.

Mercoledì, si è tenuta un’importante riunione dell’Opec+ che ha decretato un taglio alla produzione di 2 milioni di barili, scelta fortemente criticata dagli Stati Uniti. La Casa Bianca ha parlato di una "decisione miope" e di azioni capaci di "ridurre il controllo dell'Opec sui prezzi dell'energia". Il presidente americano, Joe Biden, si prepara a ridurre le sanzioni contro il Venezuela per consentire alla società petrolifera americana Chevron di poter riavviare le operazioni e ridurre le tensioni sui mercati energetici, ha scritto il Wall Street Journal.

Oltre oceano i dati americani usciti durante la settimana hanno evidenziato come gli USA siano ancora lontani dallo spettro recessivo: il mercato del lavoro è ancora vicino ai massimi storici e, sebbene il costo del denaro sia aumentato in modo aggressivo, il mercato immobiliare pare ne abbia risentito marginalmente nonostante gli interessi dei mutui siano arrivati al 6.75%.

Le tensioni legate al conflitto Russo-Ucraino continuano ad aumentare dopo l’incendio sul ponte tra Crimea e Russia avvenuto questo weekend. Putin ha definito l’accaduto un attacco terroristico orchestrato dai servizi speciali ucraini e ha convocato per oggi il consiglio di sicurezza Russo.

Per questa settimana segnaliamo l’importanza dei dati su inflazione USA e UE tra mercoledi e giovedi, i quali potranno dare indicazioni rispetto ai prossimi interventi delle banche centrali e dunque vengono seguiti con attenzione dai mercati.

FOCUS EURUSD: principali market mover del cross valutario

Oltre allo stato di salute dell’economia di ogni area economica e ai dati su PIL, inflazione e mercato del lavoro, ci sono diversi elementi che gli esperti di mercato si aspettano impattino sull’andamenti del cross EURUSD e oggi approfondiremo insieme alcuni di questi.

Conflitto Russo-Ucraino

Gli analisti vedono un importante impatto del conflitto Russo-Ucraino sul cross EURUSD in considerazione di due diversi effetti:

In primo luogo, il dollaro è storicamente una ‘’valuta rifugio’’, per fare un’analogia col mercato delle materie prime potremmo pensare all’oro: si tratta cioè di beni acquistati dagli investitori nei momenti di grande incertezza e timore, in quanto considerati particolarmente sicuri. L’escalation di tensione e il timore per le evoluzioni della guerra ci si aspetta quindi possa portare il dollaro a rafforzarsi ulteriormente contro le altre valute. Inoltre, i rapporti commerciali tra Europa e Russia sono molto piu’ intensi rispetto a quelli con gli Stati Uniti: l’Europa è il maggior partner commerciale Russo, sia le esportazioni che le importazioni da/verso l’Europa contano per più del 35% del totale degli scambi commerciali russi.

Le tensioni con la Russia e i pacchetti di sanzioni applicati hanno quindi un impatto molto più forte sull’economia europea rispetto a quella statunitense. Focalizzando in particolare l’attenzione sui prodotti energetici, nel 2021 la maggior parte del petrolio (il 25%) e del gas naturale (il 40%) importati dall’Europa venivano dalla Russia (fonte Eurostat). Risulta quindi evidente come l’incrinarsi dei rapporti tra Russia e Europa stia avendo un impatto molto violenti sul vecchio continente che e’ nel bel mezzo di una crisi energetica con problemi di approvvigionamento e incremento dei prezzi.

Queste considerazioni portano quindi il mercato ad aspettarsi che il perdurare del conflitto andrà a pesare più sull’euro che sulla valuta statunitense.

Politica Monetaria delle Banche Centrali

La politica monetaria ha un importante effetto sugli equilibri tra i diversi cross valutari. Anche in questo caso abbiamo due effetti principali da tenere in considerazione, da una parte il cross EURUSD riflette il diverso passo degli incrementi dei tassi da parte di FED ed ECB, dall’altra abbiamo anche un impatto specifico sul dollaro americano contro le altre valute.

La FED ha iniziato a rialzare i tassi a marzo, con un primo aumento di 25 punti base, seguito da un ulteriore incremento di 50 punti base a maggio e ben 3 aumenti consecutivi ognuno da 75 punti base nelle successive riunioni della FED, arrivando ad oggi ad un corridoio dei tassi a 3-2.25.

L’incremento dei tassi da parte della FED è stato spinto dalla necessità di contrastare livelli di inflazione di molto superiori agli obiettivi della banca centrale e da dati di crescita economica incoraggianti e caratterizzati da un mercato del lavoro solido e mercato immobiliare che non sembra rallentare nonostante il forte aumento dei tassi. Dall’altro lato anche l’Europa si sta trovando ad affrontare livelli di inflazione record ma in questo caso la crescita economica e’ anemica e l’aumento generalizzato dei prezzi è pesantemente trainato dai costi dell’energia.

La sfida che si è trovata ad affrontare la Banca Centrale Europea è quindi più complessa: da una parte c’è la necessità di andare a limitare livelli di inflazione molto sopra l’obiettivo del 2%, dall’altro è molto pericoloso andare ad adottare misure di politica monetaria restrittiva in un contesto in cui aziende e consumatori devono già affrontare le difficoltà legate a un forte aumento del costo dell’energia. La BCE ha quindi aspettato a rialzare i tassi fino a Luglio, quando ha iniziato il processo di aumento dei tassi con un incremento di 50 punti base, seguito da un aumento di 75 punti a settembre, dopo che si sta consolidando sul mercato la convinzione che, seppur penalizzante per l’economia, sia essenziale un percorso di aumenti dei tassi di interesse teso a gestire i livelli di inflazione che sono arrivati al 10% in Europa.

Gli analisti si aspettano che le evoluzioni della politica economica influenzeranno in modo importante il cross EURUSD e che se il passo degli aumenti dei tassi da parte della FED continuerà a essere più veloce rispetto a quello Europeo, il dollaro ne beneficerà. Se invece la BCE dovesse rialzare in modo importante i tassi mentre negli Stati Uniti tali aumenti sono piu’ limitati, potremmo vedere un recupero dell’euro. Grande attenzione quindi sulla prossima riunione della BCE del 27 ottobre e su quella della FED programmata per il 2 Novembre.

Come anticipavamo, abbiamo anche un secondo effetto da tenere in considerazione quando parliamo di aumento dei tassi da parte della FED che è il cosiddetto ‘’fly to quality’’ verso il dollaro, in quanto bene rifugio, dal momento che l’aumento dei tassi americani rende più costoso il debito dei paesi emergenti che l’hanno emesso in dollari, mettendone in dubbio la solvibilità.

Effetti indiretti

Gli esperti di mercato tengono inoltre sotto osservazione le dinamiche del mercato azionario: nel caso in cui l’azionariato europeo o sudamericano abbia performance particolarmente interessante rispetto alla borsa USA, le aspettative sono che la valuta americana, venduta per comprare euro o altre divise, risulti penalizzata.

Un ulteriore elemento che gli analisti si aspettano influenzi il valore del dollaro e’ il prezzo delle materie prime, le cui dinamiche di prezzo sono solitamente correlate inversamente con l’andamento della valuta americana, dal momento che e’ la divisa in cui le vengono normalmente negoziate.

Conclusioni

Non accenna a ridursi la volatilità sui mercati, sbigottiti dai timori legati al conflitto Russo-Ucraino e dall’incertezza per le prospettive di crescita delle maggiori economie mondiali. Sara’ cruciale tenere monitorati I dati che misurano la crescita economica dei singoli paesi, gli interventi delle banche centrali, nonché’ le evoluzioni della situazione geopolitica per capire quali saranno le evoluzioni nel mercato dei cambi.

Vediamo quali sono i principali dati in uscita la prossima settimana:

Author

Marco Piga

Marco Piga

Regional Director, Sales and Dealing Italy

Marco è Regional Director di Corpay Italia. Vanta un’approfondita conoscenza dei mercati finanzari mondiali fondata su più di 15 anni di esperienza nel settore. Oltre a dirigere il team in Italia, gestisce e controlla attivamente le posizioni dei clienti.

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