Italy: La settimana nei mercati - 5 Maggio 2025
INTRODUZIONE
La settimana appena trascorsa continua a confermare che gli scenari macro-economici e geopolitici sono in costante evoluzione. A dominare la scena è stato il discorso di Donald Trump tenutosi in Michigan per celebrare i primi 100 giorni del suo secondo mandato: un intervento carico di attacchi alla Federal Reserve e di difese accese alla sua linea protezionista. Il presidente ha annunciato un parziale allentamento dei dazi per le case automobilistiche, rispondendo alle pressioni dei principali produttori; i dazi rimangono tuttavia al 25% ma ad essi non si andranno a sommare i dazi su alluminio e acciaio.
In parallelo, Washington ha temporaneamente sospeso l’introduzione di nuovi dazi contro la Cina, aprendo uno spiraglio a potenziali negoziati. Le autorità cinesi hanno confermato contatti formali e ricettività al dialogo, mentre il Segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha parlato apertamente di un possibile “grande accordo”.
Il contesto geopolitico si è ulteriormente arricchito, dopo l’incontro storico tra Trump e Zelewski nella basilica di San Pietro, a cui ha seguito il 1° maggio la firma di un accordo tra Stati Uniti e Ucraina sulle risorse minerarie strategiche. L’intesa, garantisce accesso prioritario agli USA su litio, terre rare e titanio al contempo il Dipartimento del Tesoro USA creerá un fondo d’investimento per la ricostruzione in Ucraina.
Nel frattempo, i dati macroeconomici presentano un quadro misto: negli Stati Uniti il PIL ha registrato la prima contrazione dal 2022, mentre i nonfarm payroll di Aprile superano le attese. Nell’eurozona si osserva una crescita modesta ma superiore alle attese. Ma se da un lato la crescita del PIL ha sorpreso positivamente, preoccupa leggermente l’inflazione: stabile al 2,2% su base annua, ma con una componente core in leggera risalita al 2,7%, trainata al rialzo da beni industriali e servizi.
Infine, dall’Asia la Bank of Japan ha mantenuto invariati i tassi d’interesse ma ha al contempo dichiarato che la finestra per nuovi rialzi “si sta restringendo ma non è ancora chiusa”. Il commento, arrivato a seguito alla decisione ufficiale, riflette la preoccupazione crescente per le ripercussioni globali dei dazi statunitensi e il peggioramento del contesto inflazionistico.
STATI UNITI
Il presidente Trump ha sospeso temporaneamente nuovi dazi contro la Cina, ma difende la sua linea protezionistica
Il PIL del primo trimestre è sceso dello 0,3%, prima contrazione dal 2022, frenato da un’impennata delle importazioni.
Le offerte di lavoro (JOLTS) sono diminuite di 288.000 unità nel mese di Marzo, mentre le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite a 241.000.
Nonfarm payroll di Aprile 177.000 unitá contro il 138.000 atteso.
Disoccupazione rimane stabile al 4,2%
L’indice ISM manifatturiero è sceso a 50,3 da 50,9, indicando una crescita ancora positiva ma in rallentamento.
L’accordo tra Stati Uniti e Ucraina sulle risorse minerarie strategiche prevede accesso prioritario a terre rare, litio e grafite, con la creazione di un fondo congiunto per la ricostruzione.
EUROPA
Il PIL dell’Eurozona è cresciuto dello 0,4% nel primo trimestre 2025, superando per la prima volta da tre anni la performance degli Stati Uniti.
Italia (+0,3%), Germania (+0,2%), Francia (+0,1%) e Spagna (+0,6%) in espansione; unico calo per l’Ungheria (-0,2%).
L’inflazione generale dell’Eurozona è rimasta stabile al 2,2% ad aprile, confermando un rallentamento delle pressioni legate ai beni energetici.
La componente core (beni industriali e servizi, esclusi alimentari ed energia) è salita al 2,7% (da 2,6%), segnalando pressioni inflazionistiche più persistenti del previsto
BCE (de Guindos): confermato l’approccio data-dependent, nessuna traiettoria definita. Fiducia nella tenuta del sistema bancario europeo.
Disoccupazione area euro stabile al 6,2%; disoccupazione giovanile al 14,1%, in miglioramento rispetto al 2024.
L’indice di fiducia economica dell’UE è sceso a 93,6, ai minimi pluriennali.
Il Commissario UE per il Commercio ha proposto agli USA un incremento di 50 miliardi di euro nelle importazioni europee da oltreoceano (GNL, soia) come apertura al dialogo tariffario.
CONCLUSIONI
La settimana ha evidenziato un’evoluzione significativa nello scenario economico e geopolitico globale. I segnali di apertura tra Stati Uniti e Cina offrono uno scenario futuro di una potenziale tregua alla guerra commerciale, mentre l’accordo sulle risorse minerarie con l’Ucraina segna un nuovo passo verso la ridefinizione dello scacchiere geopolitico. Tuttavia, il contesto resta fragile. L’inflazione di fondo, il rallentamento manifatturiero e l’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti pongono interrogativi sulle scelte future della Federal Reserve.
In Europa, la crescita resta modesta ma superiore alle attese, con un’inflazione che resta problematica nella sua componente dei servizi. I mercati azionari mostrano segnali di rimbalzo, con un EUR/USD che scambia in area 1.13 ma la fragilità sottostante persiste, alimentata dall’incertezze politiche.
Le prossime settimane saranno decisivele evoluzioni nei negoziati commerciali potrebbero rappresentare la differenza tra stabilizzazione e nuova escalation. Questa settimana l’attenzione sarà rivolta in particolare alla Federal Reserve e alla Banca d’Inghilterra, entrambe chiamate a decidere sui tassi di interesse. Gli analisti non prevedono alcuna riduzione da parte della FED, mentre si ipotizza un possibile taglio da parte della BoE. Saranno da tenere sotto osservazione anche gli indici PMI, sia negli Stati Uniti che in Europa.
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